144 LINO LAZZARINI de Bernardo ebbe cura di limare la propria produzione, fatto rivelatoci dal cod. Marciano per l’epistola ig ; gli emendamenti tuttavia non sono che di forma e lasciano intatto il contenuto. Tolse a tutte la sottoscrizione finale, come solevano fare gli umanisti x) ; solo nel biglietto al Petrarca (Ep. 2) e nella lettera 23, probabilmente non spedita, c’è l’apostrofe iniziale ; la datazione è quasi sempre secondo il sistema romano, e solo il nome del mese è per lo più in genitivo. Altre forme letterarie il de Bernardo forse non coltivò ; esaminando però la sottoscrizione e le note al Livio, si vede che è nelle lettere, genere che coltivava con intenzione letteraria, e che fu forse la più importante creazione della Rinascenza umanistica !), dove raggiunse il massimo della sua perfezione formale. * * * Di fronte alla epistolografia umanistica, nella valutazione del suo effettivo valore di documento umano, noi ci arrestiamo sempre dubitosi, pel carattere di retoricità di questa produzione, in quanto destinata alla pubblicità, nata come forma letteraria, che era poi un genere letterario di imitazione, nello stile e conseguentemente nel contenuto : imitazione del modello classico e poi di se stessa, col suo svilupparsi e diffondersi. Retoricità che verrebbe poi ad essere insincerità e convenzionalismo. Della retoricità sono indizi particolari l’esagerazione, che fu riscontrata anche nel Petrarca, che vedemmo nel Benintendi ; il ricorrere di certi argomenti ; il togliere frasi intere dai classici o ripetere le espressioni medesime per motivi di diverso valore. L’imitazione però era necessaria alla epistolografia, dato che il latino era ormai morto ; nello stesso tempo questa aveva una sua tradizione pratica attraverso tutto il medioevo, che assicura, anche quando il corrispondere diventa una forma letteraria, almeno agli inizi, una sua vivacità di elementi personali e concreti. Tuttavia, oltre la moda, o meglio con la moda letteraria, c’era anche la gioia dell’umanista di citare, di parlare con la voce di quegli antichi e *) Sabbadini, 11 metodo ecc., pag. 64. 2) Cfr. K. Vossler, Poetische Theorien in der italienischen Frührenaissance (Berlin, 1900) pag. 57.