PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 45 domi habeas et lucidum », gli scriveva il Petrarca: ma non t’accontenta « quidquid perennibus scatebris uberrimum pectus affa-tim promit », F. XIX 13); ma tutto fondeva e superava l’elevatezza morale : « ingens est caritas tua, immensa bonitas tibi innata, et plusquam dici posset, mira sunt pietatis opera, quibus prose-queris notos tuos » (Ep. 1 ). Perduti così gli amici più cari e influenti, non ci volle che il cosidetto processo degli Averroisti per allontanare definitivamente il Petrarca da Venezia. Vigoreggiando la filosofia scolastica nel Xlfl secolo per la penetrazione sopratutto dei libri della fisica e della metafisica di Aristotele con i compendi ed i commenti arabi, averroisti si dissero quelli che si attenevano alle interpretazioni del filosofo date da Averroè, in contrasto con la fede cristiana. Perciò l’averroismo era diventato sinonimo di irreligione e, diffuso generalmente tra i medici, era ormai una tradizione di libero pensiero naturalistico, che in Padova s’era insediato fortemente, specialmente per opera di Pietro d’Abano. Il Petrarca non li poteva vedere : urtavano la sua fede volutamente e consaputamente cristiana ; la sua sensibilità di artista e di innamorato delle lettere latine (col disprezzo dell’eloquenza, coll’uso di uno stile arido e scolastico); la sua ammirazione per Platone (legata all’ammirazione per la latinità e per Cicerone che glielo faceva amare, alla fede che in quello vedeva quasi un precursore, alla affinità dell’animo suo di poeta); la sua coscienza di dotto, che nello stesso tempo forse sentiva di rimanere estranea a certe questioni teoretiche; l’intuito della vanità di certe questioni naturali, poggiate ciecamente su autorità umane; — e l’urto aumentava nell’animo del Petrarca incerto nel fondo e bisognoso di consenso, bramoso e geloso della sua gloria ed abituato alle lodi universali. L’averroismo, col tramite di Padova, doveva essere molto diffuso a Venezia. Qui aveva messo uno che lo professava alla porta, il quale era andato a visitarlo, e derideva la sua fede (S V 2). Qui venivano alla sua conversazione, da amici, quattro che professavano l’averroismo : ma non si potevano intendere, e il Petrarca sorrideva di certe questioni, o lasciava cadere il discorso, o vi prendeva leggermente parte. Essi, punti, fors’anche per invidia, come credeva il Poeta, durante la sua assenza da Venezia (nel ’66 fu a Pavia da metà luglio al dieci dicembre), si riunirono còme à tribunale, e discussero la sua fama di dotto, giudicandola vana, concedendogli eloquenza, efficacia di stile, sopratutto bontà