28 LINO LAZZARINI il 7 di settembre, a tempo per non vedere la sconfitta di Porto-longo, che doveva spingere Venezia alla pace. Con Andrea Dandolo già Venezia ha un capo « illustre non meno per l’amore delle arti liberali, che per le insegne di una così grande magistratura » (F Vili, 5). Amore alla cultura che pare tradizionale in questo casato, e che era pure in Francesco Dandolo, cui il Castellano e Jacopo da Piacenza dedicavano i loro componimenti. Dalla scuola di giurisprudenza e dallo studio suo personale dovette il Dandolo acquistare la pratica nello stile e l’amore alla « nobilem formam », che doveva però rivestire una « nobilem ma-teriam » *) : perchè profonda è in lui la coscienza morale dei propri doveri : « bramiamo tutti quanti i giorni nostri trascorrere per l’utilità di tutti, cosicché la venerabile patria ed i popoli a noi affidati da Dio abbiamo piuttosto la possibilità di giovare che di governare » !). A questo Doge (amato tanto dal suo popolo che lo chiamava « el contesin » 3) non si può contrapporre, in questo tempo, altri che 1’ Imperatore Carlo IV di Boemia, che fosse dotto e coltivasse le storie. E forse più simpatico ancora il Dandolo, perchè operava non per sè solo, ma per tutta la città. Opera di legislatore e raccoglitore di leggi, e di storico. Raccolse in un volumetto certe disposizioni del Maggior Consiglio, aggiunse un sesto libro al corpo delle leggi Veneziane (Statuto, Ve?ietorunì), fece compilare il Liber Aldus e Blancus, che contengono i trattati coll’ Oriente e gli Stati Italiani. Ciò rivela una passione pel documento, che porterà alla redazione delle due cronache, una « brevis » e una più estesa. In questa si valse dei cronisti, veneziani e non veneziani, senza però un determinato principio, come senza una regola bene definita si valse dei documenti, che moltissimi inserì nella cronaca, insieme con cognizioni e giudizi che rivelano essere quest’opera lavoro suo personale, $ testimoniano d’un certo senso di critica. Per quanto. dunque partecipi del metodo storiografico dei suoi tempi, pure potremo dire che una marcata diversità e novità si nota fra le cronache veneziane anteriori e questa del Dandolo *). *) Tafel u. Thomas etc. pag. 24. 2) Ibid. pag. 26. 3) Ibid. pag. 9. « Contesin » è confermato da un doc. (A. S. V. Senato misti, reg. 15) del 31 marzo 1332 in cui il Dandolo è chiamato conte. 4) Monticolo, Cronache Veneziane antichissime ecc. Prefazione.