LINO LAZZARINI pare invece che il Mussato inaugurasse quel genere autobiografico che sarebbe poi ripreso solo dal Petrarca ‘). Cosi nella poetica corrispondenza che il Lovato, malato, dalle rive del Sile manda agli amici *), insieme ai lagni pel male del corpo, che gli faceva sentire più forte e più alto lo spirito, negli accenni a un desiderio di morte si mescola la visione di un fatale ciclo della natura, da cui i « Superi » sono quasi assenti : dice per esempio nell’ Ep. IV, del i 268 (v. 192-201) : Degeneres mortem metuant. Moriamur ! oportet ; imus in extremos cuncta creata rogos ; aspice florentem iuvenum tot miìlibus orbem quod breve post tempus merseiit atra dies ; versat opus natura suum, seniperque figurat materiam formis irrequieta uovis. Ludimur a superis, manuura factura suarum nec sumus hoc hodie quod fuerimus heri. Nil igitur cupio quam leto tempore fungi et cura desierint dulcia, dulce mori. Ma fatalmente tardo è il morire : e 1’ immagine cristiana stona quasi di tra i versi (V, 57-60) : hoc iubeat natura potens, hoc missus ab alto ethere non tacta Virgine natus Homo ; hoc quoque natalis motus previderit astri : « claudat in estremum longa senecta diem ». Importante è poi il notare che questi poeti avevano coscienza della loro posizione : il Lovato prende le difese (Ep. Ili) della poesia classica di fronte ai partigiani della volgare: è conscio della sua difficoltà, ma anche della sua superiorità : « solenne invero questa battaglia tra il nuovo e l’antico combattuta nel secolo XIII; e quanta storia, sentita e presentita, nella fatidica domanda di Lovato : mox quota pars tecum ! » 8). *) G Voigt, Il risorgimento dell'antichità classica, trad. Vaibusa, Firenze, Sansoni, 1888-90, voi. I, pag. 18-19. 2) Tratta da un cod. del Museo britannico e pubblicata da C. Foligno, Epistole inedite di Lovato de' Lovati e d’altri a lui (Studi medievali, li, Torino, 1906-7, pagg. 37-58). Cfr. nello stesso voi. R. Sabbadini, Postille ecc. 3) R. Sabbadini, Postille, ecc., pag. 258.