PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 89 c’ è un accenno nella lettera inviata al gran cancelliere, Rafaino Caresini (ch’egli da tanti anni conosceva, perchè le prime sue testimonianze sono presso quel notaio) ascritto alla nobiltà veneziana con le trenta famiglie più benemerite per le prestazioni alla patria dopo la caduta di Chioggia. Come già al Lanzenigo, a lui ricorda gli umili natali, e quindi la sua gloria maggiore ; e con abile frase e pensiero, dice della sua nobiltà che fu sempre, anche prima, della sua opera, per cui « non te nobilitarunt patres.... sed ci vitati dona-runt pocius » : ma considerasse che quella era una rara cosa e una dimostrazione d’affetto. « Fiducia fruor, ut aliquando detur notas audire et reddere voces; nec multum ab hoc voto abfore » (Ep. 27). Era il 2 Febbraio del 1381. * * * Seguono sei anni (1382-7) in cui ci mancano assolutamente notizie del Nostro. É questo il periodo in cui Treviso è suddita del duca d’Austria, a cui Venezia l’aveva ceduta mentre il Carrarese stava per prenderla (1381); Venezia non la riavrà che al 14 Dicembre 1388. La vita del de Bernardo si sarà probabilmente svolta con lo stesso ritmo e fra le stesse occupazioni, forse notaio privato, nella casetta che la guerra doveva distruggergli (II 21). A Treviso, dove lo troviamo nel 1388 in Marzo1), si dice abitante consegnando il suo testamento in Venezia, 1’ 8 Maggio, all’amico Marco Raffa-nelli (I). Lascia commissario il nipote Franceschino del fu Nicolò ; vuole che siano distribuiti per l’anima sua 100 lire di piccoli (non specifica a chi, con la religiosità, per esempio, del Ciera), e altrettanti al nipote « prò labore suo et intuitum affectionis quam habuit et habet ad me ». Alla moglie Cecilia vengano dati la dote, di 26 lire di grossi, avuta in titoli di banca (imprestita) e tutte le masserizie « quas michi donavit propter nuptias », e le vesti e la biancheria e gli adornamenti suoi. Se volesse denaro, non le lascia che la sola dote (forse perchè restasse qualche cosa ai figli). I due figli naturali, Michele e Cattaruccia, vengono affidati allo zio, che riceve l’in- *) A. S. V. Testamenti Paolo de Bernardo b. 415 reg. (1388, 5 marzo, Treviso. Test.0 di Pietro Zancan del fu Giovanni di S. Angelo di Venezia. « .... item dimitto Paulo de Bernardo notano huius testamenti in presentia te-stium infrascriptorum ducati quinque auri prò labore sive mercede huius testamenti et prò anima mea»).