PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA. I « Hai conosciuto la mia adolescenza vagabonda e discola » , scriveva ad un amico e collega Paolo De Bernardo, riandando le vicende della sua vita : « mentre potevo esser con te, vagavo per le calli e i campielli, coi pescatori, i macellai e « cura ambu-baiarum turba », altercavo con un nuovo e squisito modo di parlare, e tutti credevo di deridere con una novella retorica.... Ma poiché toccai anni più maturi, mi prese l’amore delle lettere e dello studio, e di volare insieme a varie regioni e climi.... E mentre avrei dovuto, non ignaro della mia sorte, applicarmi alle leggi della patria.... mi volsi a Virgilio e Lucano, lo studio dei quali qual frutto infine arrechi, egregiamente lo testimonia il Satirico : Marmoreisque satur iacuit Lucanus in ortis. Nè perciò condanno quelli studii : furono veramente grati, e li proseguirò fino alla morte.... » (Ep. 6). Di chi era figlio questo notaio, la cui giovinezza di monello vagabondo non aveva impedito uno spontaneo fiorire dell’amore della poesia e della conoscenza ? Egli è sempre detto veneziano, della contrada di S. Polo : già nel 1351 si sottoscrive come « quondam domini Johannis »: gli era già morto il padre, dunque, il quale era di una delle famiglie de Bernardo, nobili, da S. Polo 1). Ma Paolo nei do- *) In quel tempo a S. Polo c’erano almeno due famiglie nobili de Bernardo. I dati che possediamo non permettono però di identificare sicuramente a quale appartenesse Paolo : 1342, 4 giugno. Giovanili de Bernardo da S. Polo sposo a Zaneta di Giacomo Trevisan da S. Giov. Novo. (R. Archivio di Stato in Venezia, Cancelleria inferiore, atti Nicolò Grimani, busta G. 3). I35I> 4 gennaio. Marchesina Badoer madre e Nicolò, Pietro, Andriollo e Paulo Biblioteca dell’ « Archivutn Romanicum » - Serie I. 1