PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 47 stabilmente non tornerà più, e solo si recherà talvolta per desiderio di rivedere gli amici1). Intanto però la sorda rivalità tra Venezia e il Carrarese si acuiva sempre più, fino a scoppiare in guerra nel ’72 ; diceva il Petrarca : « Fecit Deus, inscio me, ut tempestive admodum inde discederem, instante inter has urbes hoc gravissimo quod nunc saevit bello. Futurus ibi suspectus, hic sum charus.... » (S XIII, 7)!). Le vicende piegarono Francesco il Vecchio alla pace : il figlio Francesco Novello dovette venire a Venezia per rendere omaggio e chieder perdono alla Serenissima ; nel triste viaggio accompagnava il figlio del suo protettore Francesco Petrarca : ma nel dire il breve discorso dinanzi al Senato « la vose ie tremò un pocho »: era la vecchiaia e l’effetto di quel male che doveva farlo dieci mesi dopo spirare nella casetta d’Arquà s). La presenza del Petrarca in Venezia spostò verso questa città tutta quella cerchia di relazioni e di amicizie ch’egli coltivava, e che tanta importanza hanno pel diffondersi e lo svilupparsi dell’amore per le lettere latine. I più intimi lo visitano, massimo il Boccaccio, che venne accolto da tutti i compatriotti, e trae seco Leonzio Pilato. A Venezia il Petrarca conobbe per la prima volta Stefano Colonna, nel 1367 (S XI, 3), e ben prima quello che sarà uno dei più fidi e devoti amici, Donato Albanzani da Prato vecchio nel Casentino, il maestro di grammatica che dalla primavera del ’56 aveva incominciato ad insegnare nella città delle lagune. E quivi presenterà il geniale suo scolaro, Giovanni da Ravenna, con parole 1) De Nolhac, Pètr. ecc., I, pagg. 81 e 96. Lo Squarciafico dice : « Ac-citus quandoque Venetias veniebat, tanquam rerum novarum cupidus et ut amicos reviseret.... Patritios, qui habenas regiminis habebant, semper in magno pretio habuit ... ». Però quanto e per qual tempo valga quest’ultima osservazione, lo dice la fonte da cui la trae : .... ut abunde demonstrant Epistolae.... Nel ’68, dopo aver visitato il Petr. a Padova, si trattenne in Venezia presso Donato nuovamente il Boccaccio. 11 6 luglio ’68 Petrarca mostrava l’intenzione di ritornare a Venezia. Cfr. Novati, Petr. e i Visconti in P. e la Lombardie1, pag. 62. 2) Nella lettera, che sembra del ’71, questo passo è certo una aggiunta ; in questo senso si deve modificare la nota 2 a pag. 370 di Aneddoti ecc. di A. Foresti. 3) V. Lazzarini, La seconda ambasceria di Francesco Petrarca a Venezia. Firenze, 1907 (Miscellanea di studi storici pubblicata in onore di Guido Mazzoni, I, pagg. 173-183).