PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL1 UMANESIMO IN VENEZIA 19 Dalla cultura ecclesiastica s’era ormai liberata la scuola, che vedemmo avere valorosi cultori. Era abbastanza diffusa la cultura elementare, e numerosi anche i « magistri, doctores, professores grammatice », che tenevano anche un « repetitor », dimorante spesso, come sovente gli scolari, col professorex). Questi aiuti del professore e i maestri stessi si dedicavano talora a copiare i testi classici, attività questa assai importante della scuola : ai « bidelli » di Venezia si era rivolto nel 1335 il trevisano Forzetta per avere numerosissimi classici latini, come pei classici cristiani s’era rivolto alle biblioteche dei conventi *). Ma sopratutto è importante lo scambio dei maestri e professori, che con la necessità propria di questa classe venivano a Venezia non solo da tutto il Veneto, ma da tutta Italia e anche da altri stati3) : col loro insegnamento, colle loro discussioni diffondevano così in diverse parti le cognizioni loro accresciute nei diversi luoghi di soggiorno. A queste scuole — che talvolta offrivano anche di più del semplice insegnamento di grammatica*) — andavano i nobili e i fanciulli delle altre classi : e se saranno veri centri di cultura umanistica solo quando avranno maestri come l’Albanzani, Giovanni da Ravenna, Guarino, preparavano però intanto il terreno ; perchè è la scuola che riflette, alimenta, diffonde rapidamente e profondamente la cultura. Cultura ecclesiastica e scuola, lo abbiamo già accennato, erano legate al notariato, e quindi alla cancelleria ducale, dove sembra a noi 4) Rossi, Maestri e scuole a Venezia verso la fine del Medioevo. Rendiconti dell’ Istituto lombardo S. II, V. XL, 1907, pagg. 765-781, 843-855. I Maestri non avevano sussidi dallo Stato, perchè bastava la frequenza a compensarli. La Repubblica tuttavia sussidiava p. e. notai di palazzo fin dal 1336 « qui vadunt ad scolas », perchè promettono di essere « utiles de bono in melius ad curiam » — provvedimenti provvisori, che solo nel sec. XV danno luogo alla formazione di una scuola della Cancelleria, preparatoria e di perfezionamento nel latino. Abbiamo poi notizia di altri sussidi a frati, notai per andare negli Studi o laurearsi (Cecchetti, Libri ecc., pagg. 15-17) ; lo Stato interveniva anche con sussidi a maestri vecchi. Che tipi e che metodi vi fossero fra i maestri, vedilo in Rossi, op. cit., pagg. 843-5 e Sabbadini, Giovanni da Ravenna ecc. pagg. 10-12. 2) Rossi, op. cit., pag. 844. A. Serena, La cultura umanistica a Treviso nel sec. XV (Miscellanea dì storia patria, S. Ili, T. III. Venezia, 1912), pagine 6 e 57. 3) Bertanza-Dalla Santa ecc., pag. xiv. Casi di incultura, ibid. pagine xix-xx, Cecchetti, Libri ecc. pagg. 3-3. *) Rossi, op. cit., pag. 772.