48 LINO LAZZARINI di devozione, al Poeta. Un’ intima famigliarità unisce ben presto al Petrarca Donato, d’animo mite e generosissimo : egli tiene a battesimo Franceschino, il nipote del Poeta, il quale risponde con gioia alle prime letterine dei figli del maestro. Una duplice sventura, la morte di Franceschino e d’un figlio dell’ Albanzani, li unisce ancor più; il Petrarca si allontanerà da Venezia, e a Donato restano affidati i libri: a lui, che s’era sdegnato per l’insulto degli Averroisti, dedica il De sui ipsius et multorum ignorantia ; a lui inviava le correzioni alle egloghe, di cui l’amico preparava il commento ; da lui attendeva notizie, quand’ era a Pavia, e gli commetteva lettere da trasmettere agli amici. L’Albanzani, dopo il ’70, faceva frequenti viaggi a Ravenna ; nell’ ’83 era già Cancelliere del Marchese Alberto di Ferrara, nel 1392 già precettore di Nicolò d’Este, nel 1398, sciolto il Consiglio di reggenza da Francesco Novello, questi, suo antico allievo, lo nomina Referendario, cioè direttore della Cancelleria marchionale. La sua lunga ed operosa esistenza (era nato intorno al 1325) non era ancor terminata nel 1411, in cui rogava in buona salute testamento per la seconda volta. Nell’’ 83 aveva rivisto in Venezia Giovanni da Ravenna ; a Ferrara tradusse il De viris illustribus del suo grande amico, e il De claris mulieribus del Boccaccio1). A Venezia era venuto a rifugiarsi pure il ravennate Giovanni Malpaghini, dàlia scuola di Donato passato come copista del Petrarca (1364), il quale a malincuore, dopo una prima fuga nel ’67, lasciò andar a Roma, nella Curia (1368), il giovane desideroso di apprendere, che ritornò per compiere gli studi sotto la protezione di Francesco Da Carrara. Così potè riprendere contatto col vecchio Poeta; divenne professore di rettorica nello studio fiorentino s). E un 1) A. Hortis, Studi sulle opere latine del Boccaccio ecc. Trieste, 1879, pagg. 600-4 ! F. Novati, Dottato degli Albanzani alla Corte Estense (Archivio stor. Ital., S. V. t. VI, 1890); V. Rossi, Maestri scuole ecc. pagg. 848-854; F. Novati, Ep. Salutali ecc., II, pagg. 68, 302-3 ; G. Bertoni. Guarino da Verona fra letterati e cortigiani a Ferrara. Ginevra, 1921, pagg. 5 8 ; Sabbadinì, Giov. da Ravenna ecc. pagg. 16, 27-8, 46-7. 2) Sabbadinì, Giov. da Ravenna ecc. pagg. 241-9 ; A. Foresti, Giov. da Ravenna e il Petrarca (.Aneddoti ecc. pagg. 424-457). Non conobbe invece a Venezia, come dubitava il Fracassetti (Lettere ecc., V, pagg. 257-8) Pietro da Muglio. Cfr. Frati, in Studi e meni, per la storia dell' Univ. di Bologna, V (Bologna, 3920).