PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 125 — dalla quale apprendiamo che gli fu maestro Iacopo Allegretti da Forlì, medico astrologo filosofo e poeta1). Composta intorno al 1381-1383, la Leandreide, in quattro libri e sette canti narra gli amori di Ero e di Leandro, seguendo la narrazione di Museo e di Ovidio, ma con modifiche e innovazioni. Il componimento tradisce lo studio lungo e amoroso del Petrarca, ma sopratutto di Dante, le cui espressioni, i cui nessi, le cui immagini ricorrono nel racconto, sollevando il tono di un verso, che pur fra le voci venete e latineggianti è maneggiato con sufficiente maestria e delicatezza (molto più che nel poemetto di Piero), maestria e delicatezza mostrata anche nella moralità dei pensieri e delle immagini, opportunamente collocati, e in qualche squarcio veramente riuscito. Amore dell’antico aveva l’autore, e lo mostrano l’erudizione nelle storie e nelle favole ; e Dante era suo maestro anche in questo, chè nel IV libro, il più interessante, l’autore finge che Amore in sogno gli presenti la turba di quelli che lo cantarono, guidati e segnati da Dante: 45 poeti greci, 50 latini, primo Virgilio, poi it moderni poeti in latino e volgare, una cinquantina che poetarono in solo volgare. E poi i provenzali, presentati da Arnaut de Mervoil. Questa serie di poeti, che tutti caratterizza con una piccola notazione, mostra la vasta e curiosa erudizione dell’autore, se pur incompleta e qualche volta errata; interessantissimo è per noi l’elenco dei poeti veneziani (C. VII), che ci dà come un sintetico panorama della lirica vista da un contemporaneo. E numerosa è la schiera dei poeti in volgare che la Leandreide ricorda in Venezia e che vissero nella seconda metà del trecento : come nella prima metà, quasi tutti nobili ; uomini d’arme nelle guerre, ambasciatori, rettori nelle città del Dominio e fuori, giudici o « ufficiali » negli uffici della Serenissima. La più caratteristica di queste figure, per l’attività politica e insieme letteraria, è quella di Iacopo detto Belletto Gradenigo, che ci mostra vivacemente quella tradizione dei podestà Leandreide Poema anonimo inedito ragionamento di E. A. Cicogna (Meni. Ist. Veneto ecc., VI, P. II, 1857, pagg. 415-472); V. Crescini, Per il canto provenzale della Leandreide (Rassegna bibliogr. della letter. Hai., Fase. 1-2, 1914) ; Renier, L’enumerazione dei poeti volgari del ’300 nella Leandreide (Arch Stor. per Trieste ecc., V. I, Fase. 13, 1881, pagg. 315). Per l’attribuzione cfr. Mas- SÈRA, op. Cit. 4) A. F. Massèra, Iacopo Allegretti da Forlì (Atti e mem. d. Deput. st. p per le Ramaglie', S. IV, v. XVI, Fase. IV-VI, pagg. 137-203, Bologna 1926).