94 LINO LAZZARINI d ’Orgiano, che risponde, durante la guerra di Chioggia, ai distici d’uno da Padova !). Coltivano le lettere per il piacere che esse danno, indipendentemente da benefici materiali, pel gusto dello scrivere e del gareggiare con gli amici. Di questi, a un certo momento della seconda metà del Trecento, è il principale rappresentante in Venezia Paolo de Bernardo. Dopo la sua partecipazione al circolo d’amici del Petrarca e del Benintendi, lo abbiamo visto continuare la sua attività di scambio di libri ed epistole, in relazione (per quanto ci resta il ricordo, chè certo dovette essere maggiore) con poeti in volgare e latino, con amici degli studi latini che appartenevano al magistero (come il da Ravenna) o alla medicina (come Gabriele Dondi), alla nobiltà (come i due Natali) ed alla Chiesa (come il Lanzenigo), ma sopratutto alla sua classe, la classe notarile. Ed è questo movimento specialmente importante, non solo perchè sino ad oggi poco conosciuto (le lettere del De Bernardo portano quella luce che la Lean-dreide aveva recato, magari coi soli nomi, alla conoscenza della poesia volgare), ma perchè ci testimonia anche che in Venezia continuava quel movimento culturale nella curia, che è caratteristico di tutte le Cancellerie d’Italia, della fiorentina, cui presiede Coluccio, della padovana, cui è a capo il da Ravenna. É un movimento, quello nella Cancelleria veneziana, che vediamo naturalmente aumentare e crescere, col crescere della influenza politica della repubblica, per cui i notai sono inviati al seguito dei rettori e degli ambasciatori, per cui in Venezia convergono per le vicende della pace e della guerra anche letterati e poeti : così per esempio nel ’69 è presente, il 26 luglio, Antonio da Legnago, l’amico degli umanisti, cancelliere di Cansignorio, per la ratifica dei patti con Verona 2) ; invece nello stesso anno il triestino Domenico de’ Giuliani confortava la prigionia politica nelle carceri diVenezia. ricopiando prose e rime italiane 3), e ivi per poco prigioniero, nel ’73, fu Nicolò da Ferrara, insieme col Voivoda d’Ungheria 4).Venezia tuttavia non ebbe grandi nomi, *) A. Medin, Per nozze Rasi-Saccardo. Padova, 1886. 2) Biadego, Per la storia della cultura veronese nel XIV sec. ; Antonio da Legnalo e Rinaldo da Villafranca (Atti dell' Ist. Veneto ecc., t. L1I, pag. 585). 3) Ziliotto, La cultura ecc., pag. 28. 4) E. Levi, Antonio e Nicolò da Ferrara ecc., pag. 117. Nell’ Ep. del Salutati troviamo notizia di molti ragguardevoli personaggi suoi amici ambascia-tori a Venezia, tra i quali Francesco Bartolini, scrittore e abbreviatore delle