84 LINO LAZZARINI il fratello poteva far leggere la precedente lettera, e si capisce. Si lagna il nostro Paolo, da sette mesi ammalato, che lo dica « elatus in rebus secundis ». « Quid eminens esse potest in homine, qui ser-vilibus officiis mancipatus, ex harundine et papiro victum misera-biliter querit ? » * * * Nel 1375 lo troviamo a Venezia, fino il 15 Novembre1), dedito a un « egregium exercitium», che non sappiamo quale fosse, che lo aveva fatto desistere dal corrispondere (Ep. 22). Lo scosse l’amico Gabriele Rampinelli, reggiano, il quale aveva dovuto trasmigrare probabilmente a Negroponte!), e si lagnava del clima, *) !374 (m- v0 9 febbraio e 9 aprile (A. S. V. Procuratori S. Marco, Misti, 283. Casa Ricovero). 1375? magg'°i Rialto. Test 0 di Avanzo « platerius » bellunese abitante in Venezia a S. Giovanni Decollato. Id. Test.0 di Elena, moglie del precedente. 1375> 19 giugno. Rialto. Test 0 di Cattaruzza di Vito cardatore di S. Giuliano, moglie di Nicolò Zupario del fu Chinazzo di S. Polo. (A. S. V. Test. P. d. B. busta 415). !375i '5 settembre. Teste P. d. B. (A. S. V. Atti Leone da Rovolon, b. 557, Reg.° c. 23). !375> 19 settembre. Test.0 di Aliegra Valentini moglie di Nicolò Uberti di S. Giacomo dell’ Orio. « Al noder due. v. d’oro lo qual farà questo mio testamento ». (A. S. V. Test. P. d. B, b. 415). 2) Noi accostiamo questa lettera alla 23, « ad amicum », senza data, ritenendola un’altra stesura di risposta, non inviata. Si parla infatti di uno che scrive del suo viaggio con una lettera « directa cancellarlo comuni socio », come questa a Marco ; e lo conforta delle stesse cose : l’aspetto della terra e il clima, gli abitanti rozzi, il vitto cattivo. Concludeva : « Molestius longe, crede, multoque acerbius reputo inter gentes appellatione domesticas mores barbaros invenire, et ubi natura mitior esse debuit, sevior conversatio habea-tur. Multa enim se offerunt apud nostros implacida, quorum et reminisci po-tes, et llcet longe positus vides, non amnigo, velut presens, si quidem cogi-tationes vane, et suspectus insomnes, et ineptie pueriles quotidie in oculis site sunt, quibus et involvi et versare assidue est necesse. Quid plura ? Ego enim, ut ex pieno et extuanti pectore pauca expediam, minus reputo barbaros Indos et Arabes atque Scitas, quam hos, qui in urbibus nostris nati licet et creti, nil preter appellationem hanc frivolam de urbanitate et moribus in se tenent ». Questo riconferma i sentimenti del de Bernardo verso i superiori, e cl dice forse la causa per cui la lettera non fu inviata.