PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO IN VENEZIA 93 marzo 1393 è presente come teste dal notaio Pietro Zane1); qualche giorno dopo l’amico Marco scriveva sotto il testamento : decessit ser Pauli repentina morte 1393 die xv marcii. V Gli amici notai. Sull’ultima carta di guardia della Promissione del doge Andrea Dandolo 2), sta scritto : Infrascripta carmina composita fuerunt per me Bartholomeum de Arcangelis de Veneciis s), notarium ad officìum dominorum Advocatorum comunis, de laudi bus, situ et gloria insignii urbis Veneciarum, quam Altissimus sua benignitate et clementia con-servet et proteget felicissime per tempora : Menibus insignis Vejietutn clarissima tellus Adriaci ftmdata sinu, quam fama per urbes predicai Ausonias longis duxisse triumphis, imperium terris dominas et fiuctibus alti, colligis errantes mittis miserata laborum. De Sanclo Marco figurative picto Leone per me suprascriptum compositum : Possidet is lerras et ponti verberat undas 4). Tuttavia, dopo il dogado del Dandolo, questo entusiasmo per lo Stato generalmente non c’ è nei notai che nella Curia coltivano le lettere latine ; non è più il desiderio, spontaneo o no, di esaltare la città, che li sprona : è un vicentino, poeta di corte, Matteo 1) A. S. V. Cane. inf. Atti Pietro Zane b. 78 prot. Negli Atti Giorgio Gi-bellino, busta 571, il 16 Gennaio 1395 è messo come teste, e poi cancellato, Paolo de Bernardo. 2) A. S. V. Sala Margherita. 3) Nell’A. S. V. vi sono di lui testamenti dal 1388 al 1416 e atti in Cane, inf. dal 1387 al 1400. Nel ’96 era nominato « in loco primo et maiori » dell’ufficio degli Avogadori di Comun (Magg. Cons. Leona, c. 86 — Baracchi), nel 1418 era già morto (Magg. Cons. Ursa, c. 19 — Baracchi). *) Uno dei primi es. di versi sotto ai leoni. Cfr. Medin, La storta della Refi, di Venezia ecc., pagg. 16-17. Per la finale dell'esametro sul Leone cfr. Verg. Aett. Ili, 423.