PAOLO DE BERNARDO E I PRIMORDI DELL’UMANESIMO [N VENEZIA I29 bito dopo, in ordine di importanza, si pone la cultura ecclesiastica, che per necessità dell’ufficio stesso non era mai venuta meno, che aveva nei gradi minori legami con la scuola e il notariato, che nei maggiori provocava intorno a sè un movimento analogo a quello cancelleresco nelle corti attorno ai Signori o nelle Curie dei Rettori, e che aveva in sè copiosissimi elementi del patriziato, destinati più spesso ai gradi elevati. Perciò noi troviamo, sul finire del secolo quattordicesimo, che cresce la schiera degli ecclesiastici che s’occupano di lettere latine e, parallelamente, quella degli altri nobili, ma un passo più indietro : gente dapprima generalmente che si interessa solo della cultura latina, tenendosi, diremo, un po’ ai margini (anche Giangirolamo Natali diceva d’esser un dilettante — e sprezzava i compagni tuttavia che di questa cultura non s’occupavano affatto), per diventare, subito al principio del secolo successivo, vera cultrice di essa. Marco Giorgi, servita, filosofo e teologo, pare che verso la fine del secolo scrivesse in esametri latini la vita di S. Filippo Benizzi *). Dotto e amante delle lettere classiche fu il patrizio Pietro Miani, vescovo di Vicenza (il fondatore del Santuario di Monte Berico), chiamato da Francesco Barbaro « vir ingenio doctrina prudentia pri-marius »,’amico di Leonardo Bruni, che gli invidiava Emanuele Crisolora, suo ospite (1407), partecipe con la conversazione, la corrispondenza, lo scambio di codici, anche greci, di tutto quel circolo di nobili dotti e di maestri che si raccoglieva in Venezia e in Padova : 2) già nel 1390 acquistava un Seneca alla vendita dei libri del Caresini3), e nel 1391 il Vergerlo lo mandava a salutare per mezzo di Zaccaria Trevisan4). Così si distingueva per cultura umanistica Pietro Marcello, che *) Sansovino, Venezia città nobilissima, ed. 1581, pag. 242. Foscarini, Della letteratura veneziana, ed. 1752, pag. 42, n. 108, 360, n. 70. 2) Degli Agostini ecc., II, pagg. 36, 53 ; I, pagg. xlvii, 232, 351. R. Sab-badini, in Giorn. star. lett. ital., V, 1885, pagg. 148-152 ; Epist. di Guarino ecc., Ili, pagg. 61, 239. Altre notizie in G. della Santa. Uomini e fatti dell’ultimo trecento, e del primo quattrocento (N. Arch. Veneto, N. S., V. XXXII. 1916, pag. 46 estr.). Qui si parla di Giovanni Contarini, studente ad Oxford (1392) e Parigi, poi patriarca di Costantinopoli, amico del Miani, del Tomasini Pa-ruta, di Marino Caravello. 3) Cfr. a pag. 4) Epist. di P. P. Vergerlo ecc., pagg. 174-5. Biblioteca dell' « Archivum Romanicum » - Serie I. Q