IOO LINO LAZZARINI d’amico, forse il de Bernardo, che nel Petrarca e nei poeti latini aveva letti ben altri versi, o era abituato a quella tradizione, o non avvertiva le differenze, lui, che non aveva mai avuta la capacità di far versi latini. Come il Casalorzio dunque ci dice di quello scambio intellettuale che avveniva tra Venezia e Treviso, così la corrispondenza istriana del de Bernardo e del Cavallo ci dice di quel movimento culturale che, accompagnato al commerciale e al politico, si estendeva principalmente da Venezia all’Istria per mezzo dei suoi rettori e della Curia che ad essi s’accompagnava, e che ormai anche in Capodistria si trovava sviluppato. E che non rimanessero insensibili alla cultura del sito, ce lo dimostra il Cavallo, che, rifacendo sue le tradizioni popolari che si sviluppavano dal propagarsi della letteratura cavalleresca del ciclo carolingio, faceva combattere a Pola Carlo ed Orlando, e i loro corpi sepolti nelle tremila arche, i sepolcri romani che Dante vedeva lungo la via Flavia e le circostanti colline1). Una carriera fortunata ebbe Stefano Ciera. Già nel 1334 era notaio e veniva ricevuto nella Curia Maggiores), nel ’48 era notaio della Quarantia : 3) era già stato in missione in Schiavonia *), andrà nel ’51 dall’imperatore di Costantinopoli;5) come ambascia- *) B. Ziliotto, La cultura ecc , pag. 13 e Miscellanea, II, ecc., pag. 146 sgg. e pag. 235 : qui l’au. riporta dal Kandler (Istria, II, 317) alcuni versi di Autore ignoto in onore di Pola, riportati da Marcantonio Flaminio. Essi svolgono con più particolari la materia che il Cavallo, con più felice brevità di immagini ed espressione, trattò nei v. 1-18. Se questo componimento, come pare, è anteriore, esso è certo lo spunto da cui partì il Cavallo, e ci testimonia ancor più la cultura dell’ Istria in questo periodo ; se fosse posteriore, testimonie-rebbe una certa fama e influenza del Cavallo. Della quale è pure indizio il ritrovare il carme trascritto nel Cod. Marc. Lat. XIV 68, cc. 462».-47 r. da cui lo trasse lo Ziliotto : e, prima, Morelli (Bibliotheca tns. graeca et latina. Bas-sano, 1802, pagg. 436-7 n.). Lo Ziliotto più tardi ne II Piccolo di Trieste (N. S. 2797, 1 die. 1928) identificò erroneamente il carme del Cav. con quello riportato dal Flaminio, pur considerando posteriore quello del cod. Marc. — Come corrispondente del Petr. da Capodistria inclina ora a credere Nicolò di Alessio (cfr. nota c. III). 2) A. S. V. Grazie 6, c. 30V. (Baracchi). 3) A. S. V. Quarantia criminal, Parti, II, c. 2 (Baracchi). 4) A. S. V. Senato, Secreti, A, cc. 51^, 52, 60 (Baracchi). 5) A. S. V. Grazie 12, c. 92 v., 96 (Baracchi).