130 LINO LAZZARINI nel 1399, studente di leggi a Bologna da sette anni e già canonico di Parenzo, fu eletto al vescovado di Ceneda, per passare poi a Padova (1409), dove morì nel 1428, appena cinquantenne. Delle epistole che il Marcello scambiava, non abbiamo notizia che di una letterina consolatoria a Fantino Dandolo ; ci resta una nota sul Cenobio di Monte Venda, che mostra molto sviluppato il suo senso storico. Della sua relazione con gli umanisti di Padova e Venezia è indizio l’amicizia col Barzizza e con Zaccaria Trevisan ; fu con lui in familiarità e anche al suo servizio il feltrino Antonio da Ro-magno. Scambiava codici, ed ebbe scelte conoscenze classiche : fu uno dei primi ad avere le epistole ad Attico di Cicerone, che per mezzo suo si divulgarono fra gli altri umanisti del circolo veneto1). Entrava nella giovinezza sul finire del secolo un altro, che sarebbe divenuto uno dei primi personaggi della sua età, giurista, filosofo, umanista raccoglitore di epigrafi e codici, compositore di lettere e orazioni: Pietro Donato (1380 C.-1447), protonotario del Papa, arcivescovo di Creta (1415), uno dei presidi al concilio di Siena, vescovo di Castello, di Padova, governatore di Perugia, legato al concilio di Basilea — che si giovò dell’amicizia di Zaccaria Trevisan per iniziare la formazione della sua cultura2). Suo parente e forse fratello è Girolamo Donato, trascrittore di Catullo nel 1411, anche lui della schiera rigogliosa di umanisti, maestri o patrizi3). Ma anche i nobili laici, abbiamo osservato, seguivano gli ecclesiastici. Uno di questi è anche Lodovico Gradenigo, e di ciò è indizio il buon numero di libri classici, che facevano parte della sua biblioteca (e non dovevano esser tutti) nel 1375 *). Alla vendita dei beni di Rafaino Caresini, oltre il Miani, il figlio Giovanni e il genero medico Giovanni Balastro, troviamo Francesco Quirini acquistare un Valerio Massimo, e Giustiniano Giustinian un Orosio8). Sono piccoli accenni, che ci fanno più intuire che vedere questo avviarsi della nobiltà alla cultura classica. *) R. Sabbadini, Antonio da Romagno e Pietro Marcello (N. Arch. Veneto, XXX, 1915, pagg. 207-246; XXXI, 1916, pagg. 260-2). 2) Degli Agostini ecc., II, pag. 135 sgg. ; Sabbadini, Ep. di Guarino ecc., Ili, pag. 16. 3) R. Sabbadini, Storia e critica ecc., pagg. 43, 165, 172-4 ; Ep. di Guarino ecc., Ili, pagg. 41, 190. 4) Cfr. C. VII. 5) Cfr. C. VII.