PREMESSA Con questo lavoro si chiarisce la storia della cultura latina, nel rispetto umanistico, in Venezia nella seconda metà del Trecento, fino ad oggi poco e frammentariamente nota. Con l'esame della produzione epistolografica del de Bernardo credo inoltre di aver portato un contributo, seppur necessariamente limitato, alla comprensione più intima non solo dell'animo di uno studioso di quel lontano Trecento, ma un po' di quello dei suoi fratelli di passione e di studi : — il che forse ci farà intendere con più compiutezza il valore di una parte dell'opera del loro grande modello, Francesco Petrarca. All' esposizione seguono il testo critico dell’epistolario del de Bernardo e i documenti, ai quali si rinvia rispettivamente con Ep. e con un numerò romano tra parentesi. — Debbo gratitudine all'insigne maestro degli studi umanistici, Remigio Sabbadini, e al mio professore Concetto Marchesi, che mi furono di aiuto per 1' interpretazione e l'emendazione dell'epistolario ; all’ illustre Henry Omont, della Biblioteca Nazionale di Parigi, e al professore Luigi Ferrari, direttore della Marciana, per avermi agevolato la consultazione del codice di Livio ; e ad altri, che ricordo nelle pagine del lavoro. Debbo sopratutto V indicazione di quasi tutti i documenti d’archivio a mio padre, Vittorio Lazzarini, che veramente « dux extitit ad hanc, qualiscunque sit, militiam litterarum ». A lui dedico questo lavoro con affetto di figlio e devozione. Padova, 29 novembre 1Ç28.