i8 LINO LAZZARINI negli ultimi due versi del suo Lìber Marchiane mine, ne narrò con una certa imparzialità i fatti ; i suoi esametri, che risentono Virgilio, non privi di qualche tratto efficace e d’un superiore senso di religiosità, esaltano Venezia come unico luogo di libertà, elogio che diverrà in seguito di essa caratteristico. Anche questo componimento era composto sotto il dogado di Francesco Dandolo1). Nel campo ecclesiastico, notarile e dell’insegnamento dunque erano principalmente coltivate le lettere latine. Fra gli ecclesiastici, per quanto vi fosse, come pure tra i giudici, talvolta una grandissima ignoranza, non si era mai spenta una tradizione culturales) ; abbiamo già notato anche in questa prima metà del secolo un domenicano partecipe alla corrispondenza col Mussato : è molto probabilmente Pietro Calò da Chioggia, autore, come il Da Voragine, di Vite di Santi — e di questa tradizione agiografica egli non è il solo rappresentante, se pure il più noto s), Così ecclesiastici sono in gran parte gli autori di cronache, che ci pervennero numerose fin dal secolo X 4). In continua relazione col mondo ecclesiastico, ma patrizio mercante (indizio interessante per l’esatta conoscenza della distribuzione della cultura in questo periodo) fu Marino Sanudo Torsello (1270?-1343?), centro di rapporti internazionali. Diede la sua attività per l’unione della chiesa greca e latina e pel riacquisto di Terra Santa; a questo scopo, non ultimo di quella schiera che aveva dato Marco Polo, intraprese lunghi viaggi in Oriente ed Occidente, e scrisse varie opere (nelle quali si dimostra buon geografo e cartografo) e lettere in latino ai più illustri personaggi ecclesiastici e laici5). 4) C. Cantù in Misceli, slor. il. Deput. piemontese di st. patria, V (Torino, 1868) pagg. 3-71 e 1175-6; A. Medin, La storia ecc. pagg. 86-9J e 485. 2) Lo testimonia Gherardo Sagredo il Santo, che nel sec. X compose trattati in forma di prediche al popolo ; Domenico Marengo, patriarca di Grado un secolo dopo, dottissimo teologo e conoscitore del greco ; uno dei rari traduttori da questa lingua in quei secoli è il veneziano Giacomo chierico (sec. XII), per cui cfr. C. Marchesi, /,' Etica Nicomachea nella tradizione latina medievale. Messina, 1904, pagg. 20-21. 3) Foscarini, Della letteratura veneziana. Venezia, 1854, pag. 131. I. Va-lentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, V, pag. 207 (Ve. nezia, 1872). 4) Foscarini, op. cit., pagg. 105-143. G. B. Monticolo, Cronache veneziane antichissime (Fonti dell’Ist. stor. ita/., I, Roma, 1890). 6) A. Magnacavallo, Maria Sanudo il Vecchio. Bergamo, 1901.