XXVIII R. CESSI annotazioni, ma finalmente di un più immaginoso innamorato delle tradizioni patrie, il quale cominciò con l'arricchire i vecchi cataloghi tribunizi, aggiungendo a essi una appendice matamaucense (III, io, p. 158 sgg.), che non possiamo dire se sia pervenuta a noi dimezzata o per una disgraziata falcidia del primo manoscritto, o per sospensione di dettato da parte dell’estensore. Dopo di che questi si rifece a compilare, premettendoli ai cataloghi tribunizi, che costituivano il punto centrale di riferimento, il catalogo dei fondatori delle chiese (III, 7) e quelli famigliari (III, 8), connettendo quest’ultimi con quelli tribunizi mediante la narrazione degli antefatti della migrazione a Rialto (III, 9), che forse (a prescindere da più tardive postille)1 non uscì tutta di getto dalla penna dell’estensore, chi esso sia. Certo è che successiva a questo lavoro, svolto intorno ai cataloghi tribunizi (III, io), è la compilazione della storia della fondazione di Grado e dei lidi dipendenti (III, 11), e la contaminazione dei vecchi cataloghi episcopali (III, 4, 5, 6), nella quale opera son messe largamente a profitto vecchie e nuove scritture. Della prima è guida fonda-mentale, mutate le posizioni concettuali, il racconto torcellano-gradense, non secondo il testo primitivo, del quale era perduta ormai ogni nozione, ma giusta la le- successore. Altre forme di postille si potrebbero rilevare, meno sicure e meno visibili delle precedenti: ma a qaesto luogo sono sufficenti i riferiti esempi per dare un’ idea del processo di annotazione, che nel manoscritto venne maturando. 1 Tali io considero i brani a margine della terza edizione (III, 8, p. 153 e 111, 9, p. 155), ove si rifletta che costituiscono la ricapitolazione di notizie altrove espresse; che se fossero da ricondurre nel testo, produrrebbero una interruzione anormale, mentre, dopo tutto, questo persegue un certo sviluppo logico.