P R*E F A Z I O N E XLIII dell’antico catalogo, del quale è menzione negli atti della sinodo Mantovana dell’827 Di fronte a questi documenti è doveroso premunirsi di cauta prudenza; sarebbe però ingiusto abbandonarsi a preconcetta diffidenza, o, peggio, a rigido disprezzo. I cataloghi delle chiese e delle famiglie veneziane non sono costruiti in guisa da sollecitare la nostra benevola attenzione2 : ma io non so se si devano mettere sopra lo stesso piano anche i due cataloghi tribunizi degli emigrati da Cittanova e da Equilio a Rialto (I, 9, p. 46 sg.; Ili, io, p. 157 sg.), di fattura così diversa dagli altri. Uno studio critico delle famiglie veneziane dei secoli xi e xii, istituito con uno spoglio sistematico dei documenti pubblici (e sono pochi) e privati (e sono relativamente più abbondanti), potrà meglio illuminare sopra il loro valore. Ma anche in questo caso prudenza consiglia a non essere troppo intransigenti, prima di un accertamento più sicuro, con la riserva che essi non rappresentano una verità applicabile al sec. ix, o giù di lì, ma, se mai, a due o tre secoli successivi, ovvero a una tradizione già deformata dal tempo e in qualche modo adattata a una postuma realtà. Da quali intenzioni poi il più tardo rifacitore sia stato guidato nello sbizzarrirsi in una illustrazione strana e diversamente apprezzabile, io non oserei asserire: s’egli abbia obbedito a dicerie popolari più o meno maliziose del suo tempo, mescolandole a tradizioni ripetute a sproposito, o a malanimo personale, o a spirito di vendetta, per dileggio o ironia, 1 Cf. Cessi, 1 cataloghi patriarcali nell’Hist. Long, di Paolo Diacono in Memorie storiche Forogiuliesi, XXV, 59 sgg. 2 Cf. Besta, I trucchi cit., p. 1297 sgg.