X R. CESSI affinità di lezione del testo1, non pare che si riesca a trarre troppi lumi, per l’affollarsi di elementi contradditori, reciprocamente neutralizzantisi. E il mistero si fa più impenetrabile, al punto di consigliare sconfortanti rinunce2, le quali poi conducono al risultato di metter in circolazione, come fonte storica non contrastabile, un testo, del quale d’altra parte si infirma il valore poco men che come un astutissimo e meditato inganno. Tra l’ottimismo degli uni e il pessimismo degli altri, esiste forse un termine medio, al quale io credo sia necessario far ritorno, per discernere il buono dal cattivo, il vero dal fantastico, e, in questo, quel substrato di verità remota o attuale, che dà vita alla leggenda, risalendo anzitutto alla genesi delle scritture. La presente edizione è il risultato di tale lavoro paziente e forse anche troppo pedantesco, la cui esposizione, per ragioni di proporzione, è fatta separatamente, riservando a questo luogo l’esame di alcuni problemi relativi alla lezione del testo e l’illustrazione dei criteri fondamentali seguiti nella disposizione dei testi e nella scelta delle lezioni accolte. 2. La tradizione manoscritta, che, come si diceva, rende anche più ardua la nostra indagine, è costituita da tre codici, tutti e tre del sec. xm : 1 Besta, Nuove ricerche cit., p. 13 sgg.; I trucchi cit., p. 1282 sgg. 2 Anche il Kehr (Rom uni Venedig bis %um XII. Jahrh. in Quellen und Forsch. aus ital. Arch. und Bibl., XIX, 2) si manifestò piuttosto scettico sopra l’utilità, che si può ricavare dalla nostra fonte, e implicitamente sopra l’opportunità di una nuova edizione. Al pari del Kehr, anch’io ero (cf. Venezia Ducale, Padova, 1928, I, 218) e sono nettamente avverso all’uso del Chronicon, come fonte per la storia dell’età più remota della vita veneziana, fino al sec. x : ma non è tutto, e lo vedremo più avanti.