XXXIV integrazioni e dalle postille estemporanee e sporadiche qua e là comparse nel primo manoscritto e nelle dipendenti figliazioni, per le quali il quesito non si può nemmeno formulare, si dovrebbe parlare di autori molteplici, e, a ogni buon conto, almeno di tre. Ma la ricerca diventa assai scabrosa e quasi disperata, quando si voglia scendere a una concreta identificazione nominativa : anzi potremmo dispensarci dal farla, per l’assenza completa di qualunque sintomo indicatore, se l’enunciazione, rimasta purtroppo senza dimostrazione, di un autorevole erudito non obbligasse a considerare anche questo tenuissimo barlume. Il Gaudenzi1, nel supposto che tutti i frammenti formassero un solo corpo, pubblicando e parzialmente illustrando per altre indagini la lettera di Iacopo Venetico, che si definisce erudito e filosofo, al vescovo di Ravenna Mosè, relativa alla falsificazione del canone Niceno, ha esplicitamente identificato nella persona di questo canonista l’autore del Chronicon. Un fatale destino ha impedito all’illustre giurista di precisare in forma definitiva il suo pensiero: ma anche l’accenno, che egli ha creduto di render anticipatamente di pubblica ragione, merita seria attenzione. Se, come pare, egli si appella per l’identificazione al rilievo di affinità linguistiche, che si potrebbero riscontrare fra il dettato della precitata lettera e il testo del Chro-mcon, l’argomentazione diventa piuttosto infida, perchè in merito al supposto barbarismo attuale di questo (che del resto non è paragonabile a quello della lettera) dobbiamo, come sopra fu detto, fare ampie riserve; la lezione dei codici non ci lascia affatto tranquilli. Il 1 Gaudenzi, II Costituto cit., p. 36. R. CESSI