PREFAZIONE XIX Anzitutto io credo di richiamare l’attenzione sopra alcune scritture, finora trascurate, non perchè abbiano valore storico, ma perchè servono di guida a ricostruire i vari momenti di formazione dell’opera, o, come io credo, delle opere : e alludo a quelle che hanno ospitalità esclusiva nei tre codici, o in taluno di essi, come parte integrante della silloge. Se si prendono in considerazione le due redazioni della leggenda iliaca (I, i e II, i), è evidente che esse risultano siccome prefazione di due opere diverse: a esse infatti si ricollegano le une o le altre delle rimanenti scritture, o parte di esse. All’una invero, la più ampia, si ricongiunge il catalogo imperiale (I, 2), e, per analogia di materia, quello pa- aggiunte, non è nuovo. Lo aveva già formulato il Simonsfeld, lo avevano ribadito il Cipolla e il Monticolo, non lo aveva neppur escluso lo Schmeidler, e in sostanza lo accolse anche il Besta. La disparità consisteva più che altro nel l’aggregare al nucleo qualche brano di più o qualche brano di meno. Accolta quasi come pregiudiziale la precedenza della lezione torcellano-gradense (II, 1 add.), che preferisco attribuire alla seconda edizione, sopra quella della prima (I, 5 e add.) e perciò la derivazione di questa da quella, e presunto altresì che tale più corretto rifacimento dovesse essere anteriore al 1008, si deduceva che il nucleo primitivo dovesse risalire al sec. x. Invertite le posizioni fra le due redazioni di quel discusso brano, come ottimamente dimostrò il Besta (Nuove ricerche cit., p. 24 sgg.), e con lui il Cipolla, modificando le sue precedenti conclusioni in materia (Il Chron. Altinate cit., p. 278 sgg.), ai quali m’associo, per quanto riguarda la precedenza di un testo sopra l’altro, confortando la loro argomentazione con ulteriori prove, è spezzato l’incanto, che relegava il nucleo originario nel sec. x. Ma anche uscendo da questo ambito, e potendo arrivare a un’età più tarda, che consente di aumentare il fardello del nucleo originario, si da riunire, si può dire, il tutto in una unica officina, non si superano le difficoltà più gravi, intrinseche nei singoli frammenti, ascose sotto quelle appariscenti forme di collegamento, che sembrano facilitare i concatenamenti e le successioni fra i singoli brani. Ciò posto, io ho creduto di allargare la sfera delle indagini anche oltre i consueti frammenti, nella speranza di trovare sopra un terreno più vasto qualche indicazione favorevole. Quanto segue è una esposizione conclusiva della più larga dimostrazione, che a illustrazione della presente edizione trova posto nel Bullett. deKIsl. Stor. Ital, n. 49.