XLVI R. CESSI Un altro aspetto interessante può essere rilevato in questo complesso di scritture, l’ultima evoluzione cioè della teorica gradense, riportata nella sua espressione cronologica e dottrinaria alle estreme conseguenze e perfezionata in un ordine più organico con la formulazione dello statuto di papa Benedetto, che costituisce il fondamento della Nova Aquileia: sopra questa trama si profilano interpretazioni varie, alle quali il tèma principale dà luogo. Questo e quelle meritano attenzione, non perchè raccolgano una ricostruzione storica più veritiera dei tentativi, che a esse precedettero, ma perchè fissano una esegesi storica, che è riflesso del pensiero politico dominante il problema ecclesiastico al tempo della comparsa degli scritti. Sarà prudente non esagerare e non sopravalutare il contenuto intrinseco di espressioni, che dilagano nella leggenda e precipitano in discussioni teologiche, le quali portano piuttosto lontano dall’asserto principale. Se però con giusta misura si raccolga il nocciolo di profonda verità attuale, affaticata da una dialettica inconcludente, il risultato sarà abbastanza apprezzabile, anche se i frutti raccolti sembreranno sproporzionati alla mole dell’esposizione così male congegnata. Accordiamo all’autore un po’ di indulgenza, ma non tralasciamo di raccogliere quel po’ di buono, che può tornar utile alla conoscenza delle cose e dei tempi. Anch’io qui ho esemplificato, perchè non è il luogo di fare un esame analitico degli aspetti e dei valori storici e leggendari, che si intrecciano e si confondono in tali scritture. Le osservazioni, che precedono, non pretendono tanto, ma vogliono essere solo segnalazioni