PREFAZIONE XXXIX cata la concezione della « Nova Aquileia », concezione che, come ho avuto occasione di mostrare, ed esaurientemente, in altra sede, è coeva al giudicato della sinodo Romana del 1053. È bensì vero che questo brano è di fattura posteriore a quello torcellano, al quale è stato più o meno bene connesso, ed è altrettanto vero che in quest’ultimo nessun accenno si ha alla «Nova Aquileia»': nulla vieterebbe di far risalire il brano più propriamente torcellano a un tempo più antico, e magari all’epoca di Vitale Candiano. La didascalia, con la quale in S“ è presentato (« Hic « describitur Torcellensis insule initium »), può lasciar supporre l’esistenza di una tradizione più antica, esclusivamente torcellana, alla quale poi fu accodata quella gradense, conservando immutata l’intestazione primitiva: e perciò si potrebbe supporre che Vitale Candiano fosse autore del brano torcellano, paternità che il tardo postillatore estese, non per colpa sua, ma della tradizione manoscritta, anche al secondo brano. In ogni modo l’abbinamento con il catalogo patriarcale è affatto improprio: o con « Vitalis secundus », identificato in Vitale Candiano, si designa l’autore della Cronica, e noi possiamo tranquillamente contestare la verità dell’asserto, potendo per altre vie dimostrare che la composizione di questa è posteriore di vari anni alla morte sua; oppure in quel nome sopravvive la eco di una più antica tradizione riferibile al catalogo Ursoniano, episcopale e a Vitale Candiano quella del racconto torcellano—gradense. Anche se ciò fosse, l’identificazione dell’autore del frammento gradense in Vitale Candiano non reggerebbe per le circostanze di fatto, che sopra sono indicate. 1 Si rammenti che l’accenno iniziale alla distruzione di Aquileia (I, 3, p. 30) è una interpolazione, non registrata da tutti i codici.