PREFAZIONE XXXIII presto si perdesse la nozione dell’ordine di questi e si posponesse l’uno all’altro scompaginando quell’unità formale, che bene o male si era mantenuta nel processo di elaborazione. Ultimo esempio di tale sconvolgimento resta il codice S, il quale non solo oggi non conserva più l’ordinamento della sua prima composizione, che, rispetto all’archetipo, presentava una profonda alterazione, per l’inserzione fra l’altro di scritture che nessun rapporto avevano con i frammenti in questione, ma nemmeno quello assai arbitrario curato da un ordinatore quattrocentesco. La diversa disposizione della materia in questo e negli altri codici, la presenza o l’assenza di uno o di un altro dei frammenti nell’una o nell’altra silloge, dipendono da questa circostanza, la quale ha portato a considerare tutti i frammenti come appartenenti a una medesima unità, e come tali trattarli con o senza un ordine preconcetto, ma senza riferimento alla loro origine, e comunque aberrante dalla loro genesi. Soltanto in taluni gruppi, data la reciproca stretta connessione originaria delle singole parti, è sopravvissuta l’unità e la struttura, che essi avevano raggiunta nell’ultima redazione, mentre quelli propri della prima e della seconda hanno subito un più profondo spostamento, o per la loro dispersione, o per il loro riassorbimento nell’ultima elaborazione, o per il supposto buon proposito di coordinare in questa, almeno in parte, quelli del suo immediato predecessore. 6. Un’altra non indiscreta domanda: chi è l’autore? Dopo quanto è stato detto sopra, è certo improprio parlare di un autore, perchè, anche prescindendo dalle