L R. CESSI alcun codice. Tutto il resto invece segue la redazione esistente; e ciò che si presenta con l’indicazione di addi t i o, non è tale nei codici, sì da figurare in essi con caratteri diversi dal rimanente testo. Anche questa scomposizione è correlativa alle deduzioni critiche, che sono state tratte dall’esame interno del testo, e le asserite additiones sono state perciò collocate in modo che il lettore possa ricostituire l’unità formale della lezione manoscritta e possa eventualmente trarre conclusioni diverse da quelle prospettate. È perciò anche opportuno tener presente l’ordine di disposizione dei frammenti nei singoli codici: S — I, i; III, 2, 3,4, 5, 6; II, i add., 2, 3,4 add.; Ili, 7 , 8, 9, 10, 11. D - I, 1; IH, 2; I, 3; IH, 3, 4, 5, 6; II, 1 add.; Ili, 11; III, 7, 8, 9, 10; II, 2, 3. V — III, 3, 4, 5 , 6 , 7, 8, 9, 10, 11 ; II, 1 add. ; II, 1 , 2 , 3 , 4; I, 2; III, 3 ; III, 2; II, 4 add.; I, 3 non perchè sopra esso si possa formare un calcolo di probabilità per ricavare l’originario archetipo, ma perchè non si omettano e non si trascurino quegli elementi primitivi, che pur traverso faticose vicende sono stati tenacemente preservati. Roberto Cessi.