PREFAZIONE XXIX zione del rifacimento introdotto nella seconda edizione: sono altresì presenti in essa le altre scritture di questa e quelle disposte intorno al nucleo dei cataloghi tribunizi, esplicitamente richiamate o largamente usufruite. La prospettiva, che questo brano potesse far parte a sè, anziché essere apposto a conclusione della Storia, come è detto nell’explicit, è sufficentemente contradetta dagli espliciti richiami e ai cataloghi episcopali (III, u, p. 164) e ai cataloghi tribunizi (III, 11, p. 169, 172), e alle illustrazioni storiche a questi connesse. Altrettanto si dica della contaminazione dei cataloghi episcopali. Essa ha bensì origini diverse, perchè attinge e a scritture della seconda edizione, e a postille preesistenti nel manoscritto, debitamente ampliate con altre fonti, e anche a fonti estranee; ma una delle fonti essenziali è il catalogo famigliare, del quale il compilatore si serve per dispensare fantastiche paternità. Se poi si confronti il metodo di contaminazione usato nei cataloghi episcopali con quello messo in atto nel catalogo patriarcale inserito nell’ultima scrittura (III, 11, p. 162 sg.), se ne rileva l’identità, anche se quest’ultimo sia stato meno malmenato, perchè più che le nazionalità ai vecchi patriarchi Aquileiesi non si potevano attribuire. L’impostazione però è analoga ed è tanto più probativa, quando si rifletta, che questo, attinto a quel tal vecchio catalogo, che doveva esser d’uso comune, da san Marco a Macedonio, è dato come complemento e integrazione di quello Gradense. Ritornando al superstite lacerto della vecchia storia, rinnovando il catalogo imperiale con il sussidio di un più antico obituario, arricchendo i cataloghi episcopali con