XVI R. CESSI già scorrette, lasciando sospettare che l’opera degli amanuensi non si risolva in altrettante forme di miglioramento del testo, ma piuttosto in senso contrario. Ma anche in questo caso occorre distinguere : il lavoro di compilazione non appartiene nè a un medesimo autore, nè a un medesimo tempo. Anche se i primi autori non brillarono per purità linguistica, chi può dubitare che traverso le successive trascrizioni non si sia maturato quel peggioramento, in molti casi spiegabilissimo come errore paleografico di interpretazione piuttosto che come particolarità linguistica, sia essa meditata o incosciente e spontanea ? D’altronde l’imperfezione linguistica (e, per essere precisi, lo sproposito grammaticale) si accentua, in diverso grado, nelle scritture della seconda edizione e in parte solo della terza edizione. Prescindiamo dalla leggenda torcellano-gradense della prima edizione (I, 5), che ha avuta una diversa tradizione manoscritta ; ma la leggenda iliaca della prima edizione (I, 1), i cataloghi civili (III, 2, 3) ed ecclesiastici (III, 4, 5, 6) e quelli famigliari (III, 7, 8) della terza edizione non presentano grandi malanni, se 1 Si veggano i larghi spogli in Best a, Nuove ricerche cit., p. 13 sgg.; I trucchi cit., p. 1279 sgg. È però opportuno distinguere fra ciò che può essere uso grammaticale e sintattico dell’ autore, quale, per esempio, la caratteristica costruzione dei verbi a mezzo del participio presente retto con le varie forme di esse, da ciò che è sgrammaticatura, quale l’uso di a o ab con l’accusativo, ovvero ad con l’ablativo, dipendente molto spesso da scambio di lettura fra a, ab e ad: cosi l’uso totale o parziale in talune espressioni di un caso diverso da quello richiesto, suggerito dall’analogia di quanto segue o di quanto precede; la presenza di ablativi per accusativi, o viceversa, per erronea interpretazione o anche manuale errore, per omissione o aggiunta del debole segno di abbreviazione designante il segnacaso; lo scambio di genitivi con dativi e ablativi, o viceversa, per omissione o aggiunta della desinenza; e cosi di seguito per tanti casi, dove l’alterazione è prodotta o da disattenzione o da igno-