— 164 — VII. Mentre così si erano andati dall’un canto sempre più allentando i vincoli di dipendenza politica anche fra Parenzo ed il marchese che in nome dell’imperatore reggeva le sorti della provincia, e dall’altro si erano andati sempre più stringendo quelli che l’avvincevano alla potente regina dell’Adriatico, non sarà fuori di proposito esaminare quali mutamenti venissero fatti nella costituzione interna della nostra città in questo periodo di tempo. Durante il secolo X, e nella prima metà del XI, anche in Parenzo le istituzioni cittadine hanno carattere stretta-mente feudale. Ma la reazione municipale romana non tarda a prevalere sulla feudalità germanica, pianta esotica qui innestata dai potenti stranieri, e la sua prima manifestazione si è la cessazione dello scabinato e l’elezione di giudici in luogo di scabini. Questi giudici, eletti dal popolo, partecipavano al potere giudiziario tuttoché con giurisdizione ristretta nel civile e nel penale, ed avevano pure parte notevole nell’amministrazione ed in altre publiche faccende della città. Se i primi giudici sono documentati a Parenzo appena nel 1114, ciò non vuol significare che fossero stati eletti per la prima volta appena in quell’anno. I giudici sono ricordati a Pola già nel 1065, e se, come dobbiamo ritenere, in tutte le città istriane si manifestò contemporaneamente un movimento autonomo pressoché comune a tutte, dovremo conchiudere che l’istituzione dei giudici a Parenzo non possa essere posteriore alla metà del sec. XI. E se vi fu realmente un ritardo, quale la causa ? Forse il predominio della potenza vescovile nella città, e 1’ opposizione continua e sistematica che il vescovo faceva a tutte le innovazioni liberali cittadine. La corrente delle nuove idee che dava vita ai comuni dell’alta Italia, e li spingeva ad affermarsi autonomi contro le pretese degl’imperatori di Germania, non poteva non influire anche sull’animo dei nostri concittadini e dare eguale indirizzo politico alle cose delle loro città, tanto più che si