di questo edificio sia stato Mauro, e che egli abbia destinato al culto cristiano la più bella sala della sua casa inserendovi nel pavimento i simbolici pesci ed indi sia stato consacrato vescovo di Parenzo appunto in questo primitivo oratorio J). Se ci si chiedesse un epoca, noi accetteremmo come plausibile la prima metà del III secolo : dal che seguirebbe che S. Mauro abbia subito il martirio sotto l’imperatore Valeriano (253-260). Percosso il pastore, pare che il gregge si sia per qualche tempo sbandato ; almeno la storia ecclesiastica di Parenzo non parla di un immediato successore di S. Mauro. La chiesa non fu però confiscata, dalla qual cosa si potrebbe arguire che essa sia rimasta proprietà della famiglia dei Mauri, e che appena in seguito essa sia stata ceduta alla comunità cristiana. bullettino d’archeologia cristiana). Che questo mosaico sia stato ultimato poco prima dell’inserzione dei due pesci lo si deduce dall’ esame delle tessere e dalla fattura ; si vede che i pesci sono stati incastonati dopo ma subito dopo, perchè sono dello stesso materiale e di una correttezza di forma che non si riscontra più nei mosaici posteriori. I due pesci (in greco 1X0 Y 2 ]e cui iniziali voglion significare «Gesù Cristo figlio di dio salvatore » ) costituiscono il noto simbolo segreto adottato dai cristiani nei primi tre secoli. Le quattro rotture circolari nel mosaico tra i pesci ed il muro denoterebbero il sito delle 4 colonnine che sostenevano la mensa dell’ altare. *) Nel 1846 fu trovata sotto 1’ odierno altare maggiore della basilica eufrasiana, la seguente iscrizione che ora si conserva nel battistero : HOC CUBILE SANCTVM CONFESSORE MAVR(I) NIBEVM CONTENET CORPVS (H)AEC PRIMITIVA EIVS ORATIBUS REPARATA EST ECCLESIA (H)IC CONDIGNE TRANSLATVS EST VBI EPISCOPVS ET CONFESSOR EST FACTVS IDEO IN HONORE DVPLICATVS EST LOCVS .........CTVS .........S Dal Deperis, dall’Amoroso e dal Marucchi fu supposto che questa iscrizione si sia riferita ad una pretesa tomba ad arcosolio che si sarebbe trovata in fondo dell’abside della basilica preeufrasiana. Negli scavi del 1901 si verificò che, questa tomba non esisteva ma che il muro trovato dal Deperis altro non era se non il muro perimetrale della basilica stessa. Quindi il cubile dell’iscrizione non si riferisce alla basilica preeufrasiana, ma alila ecclesia primitiva, cioè, secondo noi, alla chiesa