— 96 — giosa non venne. Anzi i vescovi istriani alle buone parole del papa S. Gregorio Magno e alle minaccie dell’esarca Smaragdo opposero una rimostranza energica presentata all’imperatore perchè non venissero importunati. Trovato terreno molle nellTmperatore Giustino li e nel suo successore Maurizio, che vollero loro cedere per viste meramente politiche, i vescovi istriani si fecero più audaci. E un dì dagli amboni della basilica d’Eufrasio i diaconi del vescovo pa-rentino Giovanni annunziavano al popolo festante che contro S. Gregorio Magno era stata non solo mandata 1’ apologia dei Tre Capitoli, ma che da Grado gli era .stata persino lanciata la scomunica! Fu allora che l’esarca Smaragdo si vide esaurita la pazienza, tanto più che i rapporti dei vescovi Istriani si facevano troppo intimi con i vescovi friulani soggetti ai Longobardi, nemici dei Greci. Nel 588 egli sbarcò a Parenzo, a mano armata invase la basilica, catturò il véscovo Giovanni e insieme ai vescovi di Grado e di Trieste lo trasse prigione a Ravenna, ove tutti e tre furono costretti ad abiurare lo scisma. Dopo un anno di prigionia e di sofferenze, Giovanni rimpatriò. Ma visto il popolo paren-tino sollevarglisi contro, si disdisse, e aderì al sinodo di Marano del 590, in cui l’abiura dello scisma venne pubblicamente revocata. Così lo scisma continuò. Caduto in disgrazia Smaragdo, a nulla valsero le buone pratiche di S. Gregorio Magno. Che anzi i vescovi istriani protestarono all'imperatore Foca, che se fossero ancora violentati, si darebbero in mano ai vescovi di Francia. Ma nel 603 all’esarcato di Ravenna era ritornato Smaragdo. Ora non è difficile, anche senza ricorrere a mezzucci atti a riscaldare la fantasia, non è difficile — dico — imaginarsi il turbine di lotte che intorno alla chiesa parentina dovè scatenarsi in questo infelice lasso di tempo. E quando nel 603 il vescovo Firmino di Trieste abiurò lo scisma, gli anatemati che gli si lanciarono contro anche sotto le volte dorate della basilica eu-frasiana non si contano. Nel 606 moriva il patriarca scismatico di Grado, Severo. Fu allora che Smaragdo, protetto dal pontefice Sabiniano, riuscì a far eleggere Candidiano, che giurò fedeltà all’unione