— 60 — (cioè iti quello nelle quali si rivelò il dialetto del i>opolo) abbiamo frequenti mutazioni dell’ o in a ; così abbiam visto scritto mnncn in luogo di nomen, nnvet in luogo di novit, dinnim in luogo di domini. Ma anche il mosaicista era senza dubbio italico; se egli fosse venuto da Bisanzio è certo che in una iscrizione di 74 parole avrebbe con qualche ellenismo tradito la sua origine. * :ii Nel centro del semicerchio descritto dall’abside s’ergeva I' altare al posto e nella direzione dell' attuale ; il sacerdote nel celebrare era rivolto come oggi, verso il popolo. Sopra l’altare c’era un non grande baldacchino sostenuto, credesi, dalle stesse colonne che sorreggono l’attuale tribuna eretta nel 1277 dal vescovo Ottone '). L’ altare era costituito dal cippo quadrilatero ora conservato nel battistero; il cippo posava sul pavimento e portava al di sopra una tavola di marmo — mensa — sorretta agli angoli da quattro colonnine. Il cippo è scolpito in marmo greco; esso presenta internamente al basso uno spazio vuoto con una porticina „fene-strèlla confessionis Nel vano si custodivano le reliquie del martire titolare (quindi con tutta probabilità alcune reliquie di S. Mauro); la porticina era chiusa da un battente metallico sul quale vi sarà stato il nome del santo; essa era volta verso la chiesa. Essendo il cippo troppo alto, avrà avuto nella parte posteriore due o tre gradini per permettere al sacerdote di celebrare gli uffici divini sulla mensa. È interessante la decorazione della facciata anteriore del cippo. La finestrella è sormontata da un timpano nel quale campeggia una croce tra due colombe : sopra il timpano ai fianchi, due delfini colla testa all’ ingiù ; più in alto ancora ’) La tribuna del vescovo Ottone è sproporzionatamente grande, perchè non permette di ammirare i mosaici dell’abside. Certo Eufrasio dopo aver decorato in tal guisa le pareti, non avrà tirato un sipario che ne chiudesse la vista.