i — Vili - tributo potevate offrirle nel giorno in cui si inaugura il nuovo palagio del Comune, costruito con le belle linee del Rinascimento italico da un geniale artefice di Trieste,x), e consacrato dai nostri propositi, dalla nostra volontà, del nostro culto reverente, a custodire immacolate le tradizioni, i costumi, le leggi, la lingua, ed ogni altro ricordo e documento della nostra stirpe. Stirpe, ripeto, di Roma e di Venezia, non di Traci e di barbari. E prima, forse, che Roma stabilisse il suo dominio suH’Istria e la riducesse a provincia, la nostra riviera, da Trieste a Pola e al Sinus flanaticus, era già popolata da numerose colonie, ed era ricca di ville e lieta della dolce favella latina. Antichissima, dimostrò il Gregorutti2), è la tessera ospitale di Parenzo, che univa indissolubilmente Publio Mario, liberto di Publio, con Artemidoro di Sicilia, stringendo così fra le due estreme sponde latine il primo vincolo di fraterna ospitalità che possa registrare la nostra storia. E romani ruderi ostenta, come tante altre città deH’Istria, anche la nostra Parenzo ; e lapidi e memorie e suppellettili romane tornano tutti i giorni dalle viscere della terra alla luce del sole, a dimostrare come intera e schietta e diffusa fosse la civiltà latina nei nostri paesi. Ma dalle procelle barbariche, pur non cosi tenebrose e violenti, che la nostra penisoletta non si illuminasse degli aurei fulgori dell’ arte bizantina, e Parenzo non vedesse sorgere, pura iride di pace, la sua stupenda basilica Eufrasiana, 1’ Istria uscì detersa nella vivida luce ') L'egregio e valentissimo architetto Ruggero Berlam, assistito dalla intelligente operosità e dallo squisito buon gusto del figlio Arduino. Atti della Soc. istriana di Archeologia e Storia patria, 1884.