— 1G — Oltre alla ricostruzione del tempio, Abudio, da buon marinaro, pensò a costruire un solido molo d’approdo. Dove questo molo sia stato costruito, se nella valle settentrionale o nel porto meridionale di Parenzo, non consta. Ma da certi indizi, e dal fatto che le costruzioni dell' epoca romana si NEPTVNO DEISQ AVO T•ABVDIVS • VERVS POST SVBPRAEFECT CLASSIS '• RAVENN TEMPLO RESTITVTO MOLIBVS EXTRVCT DOMO • EXCVLTA INAREA D D CONCESSA SIBI • DICAVIT Ora evidentemente quest’ara fu posta su un terreno privato, sur un fondo regalato dal comune ad Abudio (in area decreto decuriorum con■? cessa sibi). L’ ara non può quindi riferirsi ad un tempio, perchè il fondo di un tempio non era cosa privata, ma colla dedicazione diventava res extra commercium ; l’ara non poteva perciò essere eretta che in un sa— cellum privatimi. Gli ablativi assoluti (tempio restituto, molibus extructis, domo exculta) si riferiscono tutti ad opere eseguite prima della dedicazione dell’ara a Nettuno. Dal fatto che Abudio dice semplicemente «tempio restituto » emerge che allora a Parenzo c’era un tempio solo ; e quindi i resti architettonici del tempio romano a Marafor sono indubbiamente opera di Abudio. Di più mancando la designazione della divinità alla quale tale tempio era dedicato, noi dobbiamo supporre che il medesimo sia stato dedicato alla divinitcà romana per eccellenza, a Giove ottimo massimo. Giove è ricordato pure in un’ ara trovata nelle rovine della cappella di San Pietro in Sorna a Molindrio presso Parenzo, portante l’iscrizione seguente, pubblicata da P. Sticotti, Atti e Memorie 1908. Tomo II della serie archeologica p. 229 : (I) OVI • OPT (i) (m) 0 • MAXI (m) 0 • AETE (;•) (n) 0 • AVGV (sio) (L) YCRETIV (s) (Via) TOR ■ EX ivo) (t) 0 • POSV (it). Le completazioni sono del Kandler (manoscritto epigrafico su Parenzo), il quale circa i titoli di eterno e di augusto dati a Giove si richiama ai marmi Orelliani 1789, 3080, e 3146.