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   5.	Il succedersi di basiliche, ricche di marmi e di musaici, è un dettaglio che illumina un complesso di fatti della storia ecclesiastica parentina, è cioè il frutto di quell’istituzione, che già nei secoli IV e V si andò maturando a Parenzo e si dice la decima ecclesiastica, la quale fu la base dei beni ecclesiastici parentini, specialmente dopoché Costantino ebbe esteso alla chiesa cristiana il privilegio di possedere e di ereditare beni immobili. Nei primi tempi della fede, prima della pace religiosa del 313, sopperiva ai bisogni della comunità religiosa la liberalità dei fedeli. Vedesi infatti nella sala privata di S. Mauro vescovo annidata la chiesa domestica parentina.
    In seguito, non tanto per lo scemato fervore religioso, quanto piuttosto per il dispendio cresciuto col crescere della comunità e de’ suoi bisogni, la liberalità dei fedeli non bastò. Fu allora che la chiesa stessa con la voce de’ suoi Padri S. Girolamo, S. Ambrogio e S. Giovanni Crisostomo consigliò i fedeli di contribuire le decime, già in uso in molti luoghi, ad esempio dell'Antico Testamento, ove Mosè in nome di Jehovah aveva imposto ad ogni Ebreo di corrispondere ai Leviti la decima parte dei frutti del campo e il decimo capo degli animali in ricognizione del supremo dominio divino. Nel tempo stesso alle chiese vennero donate le decime provenienti dalla costituzione romana, e invalse la consuetudine nelle chiese di dare in affitto i loro beni verso la corrispon-sione della decima, giusta le istituzioni romane allora in vigore. Aggiungasi la donazione di parte dei beni del fìsco e di quelli dei soppressi templi pagani; onde il cumulo dei possedimenti ecclesiastici si vedrà ingrossato di un tratto già nei secoli IV e V.
    Il vescovo amministrava le decime secondo le consuetudini locali dei paesi e i bisogni della comunità. Nel secolo V poi si dividevano in quattro parti, devolvendosi la prima per la fabbrica delle chiese, la seconda per i chierici, la terza per il resto dei presbiteri, la quarta (detta quartcse) al vescovo, ai forestieri e ai peregrini.
   Nel cumulo di queste oblazioni troviamo la chiave a spiegarci la possibilità di sì spesse fabbriche costose che brillano nei sec. IV e V nella storia ecclesiastica di Parenzo.