— 129 — compiute dagli ecclesiastici parentini in questo secolo si contano in gran numero. I ristauri del palazzo vescovile furono parecchi e durarono molti anni Giovanni da Parenzo (1440-1457) fu il primo vescovo che vi pose mano. Lo seguirono Placido Pavanello (1457-14(54), Francesco Morosini (1464-1471). Giovanni Antonio Pavaro (1487-1500) e Alvise Tasso (1500-1516). Nel 1440 per le scosse d’ un terremoto crollò la navata destra della basilica fino alle colonne ; ma in breve fu rifatta, e l’8 maggio 1461 la cattedrale veniva solennemente riconsacrata. Tosto dopo il 1440 “ essendo rovinati gli antichi fabbricati che erano uniti alla basilica cioè i fabbricati eufrasiani accessori alla basilica, il Duomo era senza sagrestia. E nel 1449 il consiglio cittadino fabbricava la sagrestia, che è l’attuale vecchia, ad arcate a croce. Per opera di Placido Pavanello e di Francesco Morosini fra il 1461 e il 1471 si incastonò nell’arte del secolo XV la bella porta dell’episcopio, che già allora era quasi un richiamo o meglio un annunzio alle dolci eleganze del Rinascimento. Del tesoro insigne della basilica eufrasiana non eran rimasti che alcuni calici imitiles, ed altre cianfrusaglie (inutilia) d’ argento e di frammenti preziosi. Nel 1451 il vescovo Giovanni da Parenzo pensò di sostituire la brutta pala che stava appesa al tirante dell’arco posteriore del ciborio con un’ altra che facesse da antipendio all’altare. A tal fine, aiutato dai cittadini, egli pose insieme 300 ducati. Il Comune nel 1452, essendo podestà Andrea Quirini, ne aggiunse altri 300. E cosi si ordinò la splendida pala attuale di metri 2.80 per 1.25 a cinque scompartimenti scannellati con la Vergine, s. Pietro, s. Mauro, s. Mai’co e s. Eleuterio, con gemme false, che in origine erano genuine, ed altri lavori a sbalzo, tutti in argento dorato, nel qual lavoro si adoperarono anche le inutilia, di cui sopra. Opera insigne davvero, che nel secolo XVII dopo un furto avvenuto il 6 febbraio 1669, venne restaurata. Questa pala ad ogni modo si aggruppa con gli altri insigni lavori veneti di oreficeria del secolo XV. Nel 1452 per opera del ricchissimo vescovo Giovanni da Parenzo, furono intagliati da ignoto autore i bellissimi stalli 9