— 181 — erano corsi alle armi, e si era provvisto nel miglior modo alle difese, ricordando il saccheggio del 1354. Intanto Pietro Doria, succeduto nel comando al fratello Luciano, aveva attaccata e presa Chioggia il 16 agosto, portando così la guerra sino entro le lagune, e minacciando la esistenza di Venezia. Ma 1’ eroismo degli abitanti, i loro sacrifici di uomini e di danaro salvarono lo stato in questo momento supremo. I Genovesi, ripetute volte sconfitti e poi chiusi a Chiozza, dovettero arrendersi il 24 giugno del seguente anno 1380. In questo frattempo il Maruffo, che con 30 galere era venuto in soccorso del Doria, non potendo penetrare nella laguna e mettersi in comunicazione con lui, nè volendo il Pisani uscire ed accettare battaglia, scorreva l’Adriatico danneggiando le terre dei Veneziani ; e poscia rinforzato da nuove galere assalì il 1 luglio 1380 Capodistria e la diede alle fiamme. Respinto il 10 luglio da Pirano colla perdita di varie galere, si diresse due giorni dopo su Parenzo, e l’attaccò : ma inutilmente, poiché i Parenzani, uniti agli uomini d’una galera poco tempo prima arrivata in porto, riuscirono dopo fiera battaglia a costringere il nemico a ritirarsi. Ma dopo d’ essersi rifornito a Marano, il Maruffo ritornò alle coste dell’Istria, e piombato su Pola, la prese e la saccheggiò. Allora il senato ordinò a Vettor Pisani di uscire colia flotta a riacquistare 1’ Istria. Sortito il 30 luglio da Venezia con un’armata di 47 grosse galere, e rinforzato dalle barche armate in gran numero da Parenzo, Pirano e da altri luoghi fedeli alla República, ai 31 rioccupò Capodistria, ai 2 agosto Trieste, ai 4 fu a Parenzo, ai 5 a Pola, ovunque festosamente acclamato. Il Maruffo abbandonò allora colla sua armata 1’ Istria riparando in Dalmazia. Il Pisani, dopo d’ avere inseguito il nemico sino nelle Puglie, fu ferito in un combattimento coi Genovesi, e morì il 13 agosto di quest’ anno 1380. II provveditore Alvise Loredan, dopo d’aver prese a viva forza alcune città nemiche della Dalmazia e del Quar-nero, ricondusse Tarmata a Parenzo ad attendere Cado Zeno