— 21 — buirono, massime per la fattura del pavimento musivo. Cosi vediamo ricordate tre famiglie di donatori nelle iscrizioni della navata più antica, cioè (Lu)picinus et Pascasi a, p(edes) CCCC f(ecerunt) ; poi Clamosus mag(ister) puer(orum) et Successa pcdes centum, Felicissirnns cum suis pedes centum. Un’ ultima iscrizione racchiusa in una magnifica ghirlanda è del tenore seguente : INFAN tia ET INNOC entia EX SVO Peculio BAS ilicae TES sellatimi P(edes) .... f(ecerunt) Se la coinpletazione è giusta (ed è diffìcile pensare ad altre soluzioni) noi vediamo che già allora alla nostra: chiesa si dava il nome di basilica, benché l’edificio non avesse il tipo basilicale ; almeno è probabile che la sala chiesastica abbia avuto una sola navata e mancasse quindi della caratteristica principale della basilica, che è quella di avere la navata centrale più alta delle laterali. Forse il nome di basilica per la nostra chiesa fu adottato sia desumendolo dalle chiese delle città maggiori (massime a Roma) le quali avevano assunto il tipo basilicale, sia perchè costituendo la comunità cristiana un organismo retto dalla legge evangelica e sottostante in prima linea alla giurisdizione episcopale, si volle quasi creare coll’identità del nome — a favore dell’episcopato — un diritto di giudicatura parallelo a quello dei gentili (i quali trattavano i loro processi nelle basiliche). Coll’andare del tempo però questa primitiva navata divenne troppo piccola per comprendere tutti i fedeli, e senza abbandonare l’aula primitiva si pensò di raddoppiarla aggiungendovi una navata parallela a mezzogiorno di eguale ampiezza e larghezza. In pari tempo fu riparato anche il locale anticoJ) e forse rifatto del tutto il tetto, ricostruendolo a *) Tutto ciò è detto nell1 iscrizione citata alla nota precedente, colle parole «lutee primitiva eius oratibus reparata est ecclesia... ideo in honore duplicatus est locus »,