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                            V.
    A giudicai’e dalla eccellente conservazione dei mosaici della “basilica duplicata,, e dal fatto che non vi si riscontrano restauri, devesi arguire che la stessa sia rimasta in uso solo pochi anni e che in breve siasi sentito il bisogno di un’ edificio più appropriato, più uniforme, più organico ; laonde certo ancor in sul principio del secolo V, poco dopo la traslazione delle ceneri di S. Mauro, si maturò l’idea di fabbricare ex novo una vera e propria chiesa, che fosse in grado di corrispondere alle esigenze del. culto e di accogliere l’aumentata comunità cristiana.
    La nuova costruzione doveva occupare un’area maggiore e trovarsi ad un livello più alto. La vecchia casa romana, eretta nel punto più basso della città non poteva svilupparsi verso il mare ; e quando la si era prolungata verso occidente s’era dovuto levigare la roccia che in quel sito sporgeva ; si che presso alla porta della navata più antica un tratto del pavimento della chiesa era costituito dalla roccia naturale, al cui irregolare contorno andava adattandosi il mosaico.
    il pavimento della nuova costruzione lo si tenne quindi ad un livello più alto del primitivo, di circa 50-60 cm.	“
    Rispetto al sito, si scelse il fondo attiguo a mezzogiorno occupando anche, forse per ristrettezza del terreno a disposizione, la metà meridionale della navata seconda della chiesa primitiva. Quindi durante la costruzione della nuova chiesa, gli uffici divini saranno stati celebrati nella navata più antica la quale non veniva occupata dall’area del nuovo edificio.
    Alla nuova chiesa si mantenne la stessa orientazione (ingresso ad ovest ed altare ad est) e si diede la forma basilicale cioè con una navata centrale più alta, terminante in abside, e due navate laterali più basse che continuavano però anche dietro l’abside della navata centrale formando ivi dei locali secondari in servizio della chiesa J). In fondo
     ’) Il Deperis (le cui indicazioni furono seguite dall’Amoroso e dal Maruo.chi) credette che l’abside della basilica eufrasiana fosse uua specie di schola caiitorum davanti l’altare; nel 1901, constatato che non esisteva