— 175 — sta la restituzione, nè potevano queste terre essergli tolte in nessuno modo e sotto nessun pretesto. E così gli attriti fra il vescovo e il podestà crescono e s’acuiscono di giorno in giorno. 11 podestà Iacopo Querini il 5 agosto 1293 sentenzia contro il vescovo in una questione per il possesso della tenuta Cervera. In una controversia relativa alla giurisdizione temporale sopra Torre nuova al Quieto, si venne sotto il palazzo del comune nei pressi della porta della città, il 28 settembre, ad un vivacissimo diverbio fra il vescovo ed il podestà, il quale ultimo protestò publicamente contro le continue molestie che il vescovo arrecava ai cittadini. In un altra questione sorta il 2 ottobre dello stesso anno per il trasporto di biade ordinato dal podestà, avendo, pure presso il palazzo del comune, il vescovo protestato contro la spogliazione di cui era vittima, il podestà, al colmo dell' irritazione, rivolto al vescovo proruppe in queste parole : „Vi prometto che quando sarò uscito dal reggimento di questa città vi farò e procurerò di fare in privato ed in publico ogni male possibile ; e prego Iddio ed i suoi santi di farmi vivere tanto da vedere coi miei occhi avverate le profezie che furono dette della distruzione della chiesa romana che ben si vede esserne vicino il tempo“. Le controversie continuano negli anni appresso, e si fanno sempre più aspre e violenti, specialmente quando Bonifacio non si limitò a pretendere la signoria sul territorio parentino, ma in forza del presunto privilegio eufrasiano accampò diritti di dominio sulla stessa città di Parenzo — Parentinos episcopos esse dominos naturales Parentinae civi-tatis —. Che più ? Giunse al punto di negare al podestà veneto ogni diritto di giurisdizione non solo sul territorio ma sulla città istessa — qui se gerit per potestatem Paren-tii cum nullam liabeat de iure iurisdictionem. E le conseguenze di questa tensione non si fecero attendere a lungo. Avendo rifiutato il vescovo Bonifacio di portarsi a Venezia come per ordine avuto dal doge gli aveva intimato il podestà Soranzo, questi il 14 settembre 1296, alla testa del. popolo armato dà l’assalto al palazzo vescovile. Il vescovo