— 20 — Dopo che Costantino nel 313 ebbe promulgato 1’ editto di tolleranza, la nostra comunità cristiana riprese vigore; ristaurò l’antico oratorio ed un po’ alla volta lo allungò verso occidente, occupando i locali anteriori della casa, tra cui certo l’atrio, le ale e le stanzette attigue. L’edificio era già passato in proprietà della comunità ed i fedeli vi contri- originariamente installatasi proprio nella casa di S. Mauro. E chiaro che se il primitivo oratorio non si estendeva a tutta una casa, il capo della relativa comunità non poteva essere se non padrone della casa •, ovvero invertendo il ragionamento, è chiaro che il capo dell’associazione religiosa abbia cercato di far in modo di avere in casa la sede di questa associazione ed i locali pel culto anche per evitare fastidi in tempi d’intolleranza ; la comunità stessa avrà scelto a suo primo capo appunto una persona, la quale, oltre che possedere tutte le qualifiche personali richieste, sia stata in grado di offrire i necessari locali di riunione. Non condivido perciò l’opinione del Deperis (Parenzo Cristiana. Atti e Memorie 1898 pag. 520) che il vescovo Mauro sia stato mandato da Aquileia ; la frase « et eius adventu pontificatimi sanctum obtinuit Ecclesia Parenti-na » contenuta nella relativa lezione rituale è connessa all’ errata leggenda di un S. Mauro oriundo dall’Africa e cade con essa. I propagandisti della nuova fede avran cercato di interessare alle nuove idee persone influenti nelle varie località ed il modo più efficace per interessarli era quello di conferire loro le cariche più onorifiche nella nuova istituzione. Il senso chiaro della suddetta iscrizione mi apparve quando dagli scavi del 1901 si vide che la chiesa primitiva constava di due navate pressoché eguali; di un locus duplicatila; dunque l’iscrizione ed il cubile non si trovavano nella basilica preeufrasiana, ma nella chiesa primitiva e probabilmente in fondo alla navata seconda (presso al sito ora occupato dalla tomba del vescovo Peteani), la quale si estendeva sin sotto la navata orientale della basilica preeufrasiana. Questa interpretazione (pubblicata negli atti e memorie della società istriana di archeologia e storia patria, 1901 pag. 413) fu accolta anche da F. Hamilton Iackson (The Shores of thè Adriatic - The Austrian Side London 1908 pag. 110). L’iscrizione suddetta tradotta ha il significato seguente: «Quest’arca santa contiene V almo corpo del martire Mauro. Questa chiesa primitiva fu riparata per le orazioni di lui. Egli fu degnamente qua trasportato dov’ era stato fatto vescovo ed .aveva subito il martirio. Ed in onore di ciò (di questa traslazione) fu raddoppiato il luogo*. (Veggasi Amoroso — Le basiliche Cristiane di Parenzo — 1891 pag. 13 e segg.).