- 152 — Come Odoacre, così anche Teodorico il re dei Goti risiedette a Ravenna ; anzi a lui si devono numerosi ed utili provvedimenti a vantaggio del commercio marittimo. Gl’ I-striani largamente ne approfittarono. Nè altrimenti avvenne sotto i primi successori di Teodorico. Se Cassiadoro, prefetto al pretorio del re Vitige, in una sua lettera del 53G/37 diretta agli Istriani descrive la nostra provincia „coperta d’olivi, ricca di biade, copiosa di viti“, se la chiama „Campania di Ravenna, dispensa della città reale“, queste sue parole sono prova evidente della ricchezza e quantità de’ suoi prodotti agricoli, e del commercio continuo tra le due rive dell’Adriatico. E se nella surricordata lettera Cassiodoro continua dicendo „crederesti i palazzi da lontano ed ampiamente splendenti essere disposti a guisa di perle, per i quali è manifesto quanto bene giudicassero questa provincia i maggiori nostri se la ornarono di tanti fabbricati“, in queste parole non si può |are a meno di non leggere un’allusione anche alla nostra Parenzo, la quale, colonia e municipio romano (Julia Parentium), si vide ornata di templi e palazzi — il Campidoglio, la Basilica, il Teatro, i due Templi gemelli dedicati a Nettuno ed a Marte —, i quali al tempo di Cassiodoro esistevano ancora in tutta la loro bellezza, oggetto di nobile orgoglio ai cittadini, di ammirazione agli stranieri. In quell’anno 536-37 l’Istria aveva avuto un prodotto di frumento, di vino, di olio, superiore al bisogno della provincia ; il superfluo doveva essere venduto alla camera reale di Ravenna. Coll’intera provincia, Parenzo nel 539 passò sotto il dominio degli imperatori greci di Bisanzio, e vi rimase sino al 751, in cui fu occupata dai Longobardi. Da questi ritornò nel 774 ai Greci ai quali nel 789 la tolsero i Franchi di Carlo Magno. Della ricchezza di Parenzo nel primo secolo della signoria bizantina e della floridezza del suo ampio territorio giurisdizionale, che dal Quieto si estendeva sino al Leme, ne fa fede la splendida basilica, ricca d’oro, di mosaici e di marmi preziosi, innalzata col contributo dei fedeli, sulle ro-