— G8 — * * La travatura del tetto era visibile ; le travi orizzontali sobriamente ornate posavano su mensole; nel soffitto della navata destra (dell’epistola) esiste ancora qualche trave cogli intagli originali, veduta nel 1880 dall’ architetto Pulgher ') e rilevata nel 1001 dal prof. G. Millet. * * * Se dagli elementi così descritti, vogliamo formarci un concetto sintetico delle costruzioni eufrasiane, ci convinciamo tosto che esse non appartengono all’ arte bizantina propriamente detta; ci sono bensì alcuni dettagli, massime nella decorazione marmorea e nell’impostazione degli archi, di stile prettamente bizantino, ma tanto la pianta degli edifici, quanto la loro de- ') L’architetto I). cav. Pulgher (che esegui nella nostra basilica alcuni lavori di conservazione) nella sua lettura sul duomo di Parenzo tenuta li 21 luglio 1881 alla società d’ingegneri ed architetti di Trieste così parla del soffitto (pag. 9 del relativo opuscolo): « Osserverò qui che nella ricostruzione dei coperti riscontrai alla «nave laterale, a destra di chi entra in chiesa, delle catene policrome e « dorate, locchò prova che in origine la struttura del coperto era visi- « bile dallo interno della chiesa.....Sembra ancora che il soffitto delle « due navate laterali sia stato costruito in modo che ogni catena fosse « sorretta ad ogni sua estremità da una mensola pure in legno policroma « ed intagliat.. ; ogni mensola era lunga circa un quarto della catena -, «dalla estremità del punto esterno delle due mensole partiva una soffitta « a volta, di maniera che fra le due imposte della volta le catene rima-« nevano del tutto isolate e vuoti quindi i campi fra catena e catena. « Gli spazi fra le mensole tino all’ incominciar della curva erano chiusi • e formavano un soffitto piano, il tutto precisamente come si osserva « nella basilica di S. Giusto a Trieste nella navata principale. — Questa « struttura me la comprovano le mensole che trovai usate come pezzi « ausiliarii nella costruzione del coperto, i segni della pittura in alcune « catene e sópra tutto poi le due lunette che formavano le estremità « della volta sui muri che la chiudevano, le quali si scorgono tutt’ ora «nell’interno del coperto intonacate e dipinte a fresco». Questa constatazione del Pulgher ha grande importanza per un eventuale ristauro del soffitto ; dall’ esame dell’ intonaco delle lunette si potrà facilmente rilevare se la descritta struttura sia originaria o posteufrasiana.