— 72 — saputo ammirare lo stile del gran senatore, ma avranno malinconicamente constatato come il governo dei Goti sapesse da ogni evenienza trarre profitto ; se la cai’estia visitava una provincia, si riducevano le imposte per dar agio a Cassiodoro di magnificare la clemenza del principe ') ; se 1’ abbondanza riempiva i granai, venivano i messi cesarei a vuotarli parte a titolo d’imposta e parte quale contribuzione bellica a prezzi vili previamente fissati. Questa fu certo 1’ ultima cavata di sangue dei goti alla nostra provincia; nel 539 i bizantini erano padroni dell’Istria e prima loro cura si fu quella di organizzarla anche in via amministrativa, affinchè la provincia nostra fosse in grado di concorrere alle ingenti spese dello stato. E Giustiniano, da uomo d’ordine qual era, non tardò ad inviare anche in Istria speciali legati i quali, valutate le condizioni dei singoli luoghi, confermassero le istituzioni esistenti ed assicurassero il pagamento di annui contributi fissi alla cassa centrale dello stato. Il governo bizantino, che a-veva già inaugurato il cesaropapismo, decise di far capo — a tale scopo — di preferenza ai vescovi, come alle persone che rappresentavano la massima autorità e possedevano le più vistose sostanze ; e tenuto conto della loro dipendenza dalla sede di S. Pietro, deliberò di far venire i legati bizantini non da Costantinopoli ma da Roma, dove il regime bi- diximus, tot solidos etiam de .arca nostra transmisimus ut res necessariao sine vestro dispendio uberrime debeant congregan. Frequenter enim dum extrañéis urgetnini vendere, soletis damna sentire, co praesertim tempore, cum vobis peregrinus emptor ereptus, et rarum est aurum capere, quando mercatores cog’noscitis non adesse. (Dal che si vede che anche allora la nostra provincia negli anni di abbondanza soffriva come nelle moderne crisi vinicole.) Quanto vero melius est parare dominis, quam praestare longinquis ? et debita fructibus solvere quam ementium fastidia susti-nere?...» Segue il panegirico dell’Istria, avverte che per la raccolta e la tassazione dei generi manda un ufficiale «Laurentium virum expe-rientissimum » (al quale è diretta la seguente epistola XXIII) ed indi continua : « Nunc procurate quae iussa sunt. Vos enim facitis devotum militem, cum libentes suscipitis jussionem. Praetia vero vobis moderata sequenti iussione declaramus... » s) Variarum L. XII, Ep. XX1IX.