— 177 — diante il suo vicario generale in Istria fece saccheggiare e devastare i terreni e predare tutto il bestiame attorno il castello vescovile ili Orsera (love Bonifacio si teneva rinchiuso ; e non essendo riuscito neppure in questo modo a piegarlo, da ultimo vi mandò con una mano d’armati un suo nipote, il quale assalì il castello d’Orsera, lo prese a viva forza, lo mise a ferro ed a fuoco dopo d’avervi esportato quanto di meglio il vescovo colà possedeva. In tanta desolazione, il vescovo Bonifacio si rivolse nuovamente al pontefice, lamentando lo stato miserevole della sua chiesa ; ed il pontefice, ch’era allora Bonifacio VITT, gli rispose nell’aprile del 1302, autorizzandolo a ricuperare i beni della sua chiesa e ad adoperare contro i renitenti anche le censure ecclesiastiche. Ma se poco o nulla in quegli anni valevano e la scomunica pronunciata dallo stesso papa contro il re Filippo IV il bello, e l’interdetto da lui pronunciato sulla E’rancia, quanto potevano servire le stesse armi in mano del vescovo Bonifacio contro il podestà ed il popolo di Parenzo ? Queste armi erano ormai spuntate. Da troppi decenni i Parenzani erano abituati a dormirsene tranquillamente sul doppio guanciale della scomunica e dell’interdetto per preoccuparsi delle nuove censure ecclesiastiche. L’abuso aveva tolto loro ogni forza. E sino a tutto il 1305 troviamo il vescovo Bonifacio in lotta persino col suo stesso clero, parte del quale, scomunicato da lui, si appella al patriarca ed accusa a sua volta il vescovo d’essere lui pure caduto nella scomunica — ex causis legitimis excomunicationis vinculo irretitus.. Il vescovo Bonifacio deve essere morto o sul finire del 1305 o sul principiare del 130G. 11 suo episcopato fu l’ultimo sforzo fatto dai vescovi di Parenzo per salvare i diritti feudali ch’essi avevano per lungo ordine (li tempo esercitati su! circostante territorio. Questi diritti col feudalismo erano sorti, e colla rovina del feudalismo dovevano cadere. 12