— 40 — siti noi quali il muro dava su fondi scoperti (forse 5 finestre); riell’abside poi si aprivano le 4 finestre attualmente esistenti. La chiesa era quindi illuminata da non meno di 42 grandi finestre arcuate le quali non potevano però dare una luce troppo abbagliante giacche, seguendo il sistema edilizio allora in uso, il loro vano era occupato da cosidette transenne, cioè da pietre o marmi lavorati a traforo, oltre i quali passava la luce e l’aria '). Le quattro finestre dell’abside saran state trattate con maggior accuratezza ed anziché transenne avranno avuto, per impedir il passaggio della pioggia sugli stalli del clero officiante, specchi di marmo o di alabastro sottilmente tagliati sì da riuscire trasparenti. Oltre a questi lavori, ai sedili del coro ed ai cippi di altare di cui si parlerà più sotto, i marmorari scolpirono colonne minori e plutei in quantità, massime pei cancelli del presbiterio, pei due amboni (per 1’ epistola e pel vangelo) e per il recinto della vasca battesimale. Con parte di questo materiale il vescovo Peteani costruì 1’ attuale pulpito ; molti plutei e varie colonne e frammenti trovansi nel battistero ; mancano invece del tutto frammenti delle cornici portate da queste colonne a coronamento dei cancelli. Le colonne di questi cancelli sono alte m. 1.20 e formano tutto un pezzo colle sottoposte basi quadrilatere, alte m. 1.10, nei cui fianchi si innestavano i plutei a formare la cancellata. Una di queste colonne porta sul collarino sotto il capitello l’iscrizione seguente : „ De donis dei et sanctae Mari(ae) Stefan(us) c(ura-tor) éc(clesiae) (fecit).“ La stabilitura delle pareti interne era in gran parte opera dei „gypsoplastae“ cioè dei modellatori in gesso, o stuccatori 2). Il gesso, dovutamente mescolato con calce, sabbia e polvere di marmo ed armato con pezzi di paglia serviva ') Una di queste transenne era al posto ancora nel 1842 sopra la porta dell’ingresso al battistero e fu copiata da Selb e Tischbein nella loro opera « Memorie di un viaggio pittoresco nel litorale austriaco » ; la relativa tavola vedesi riprodotta negli Atti e memorie della Società istriana di Archeologia e storia patria. 1908 Tomo II della serie archeologica p. 176. Di altre transenne si hanno alcuni frammenti nel battistero. 2) G. Boni, Il Duomo di Parenzo ed i suoi mosaici, 1894, p. 5.