— 48 — nuova; la parte superiore è fortemente restaurata. Così è nuovo il redentore del quale erano conservati solo il nimbo, il libro e le spalle; sono nuovi i volti di san Bartolomeo e di S. Matteo, in gran paj-te rifatte la faccia di S. Tomaso, la spalla e l’orecchia destra di S. Pietro, e la spalla e l’orecchia sinistra di S. Paolo. Vi esistevano anche alcuni tesselli delle chiavi di S. Pietro '). Esaminiamo ora più da vicino il soggetto dei quadri. Il quadro maggiore nella conca dell’ abside rappresenta la dedicazione della chiesa. Nel privilegio eufrasiano la nostra chiesa è chiamata : „ ecclesia Beatae Mariae Virginis (san-tae Mariae) et sancti Mauri“ ; e di conformità nel centro del quadro vediamo la madonna seduta in trono sur un cuscino rosso col bimbo in grembo. Dalle nubi scende una mano con una corona gemmata protesa verso il nimbo della vergine. La madonna ha un velo bianco sui capelli e sopra questo il cappuccio del manto. Tra il manto e la tunica le sporge al basso, tra i davi, 1’ e-stremità di una fascia bianca, come di un pallio arcivescovile 2) ornata di croce nera e frangia bianca. Eguale lembo di stola vediamo sulle figure della vergine e di S. Elisabetta nella Visitazione. Il bambino Gesù ha un nimbo crucígero ; colla destra benedice e posa la sinistra sullo schienale di un libro (o su due rotoli). A destra ed a sinistra due angeli. La parte destra della composizione consta di tre santi ; il più vicino con corona di martire ha la toga contrassegnata con H ; il secondo porta un libro ed ha la toga d’oro contrassegnata con N, il più distante tiene pure una corona e la sua toga bianca è marcata con L. Forse queste tre imagini rappresentano tre santi protettori della città, (Eleuterio, Projetto *) Ciò che secondo il Neumann (o. c. p. 17) sarebbe un’ ulteriore prova della verità della data da noi proposta. 2) L’ estremità del pallio degli arcivescovi Urso, Severo, Ursicino ed Ecclesio di Ravenna nell’abside di S. Apollinare in classe presenta l’identica fattura.