— 157 — Ad accrescere e ad arrotondare i possessi vescovili s’aggiunsero le donazioni fatte alla chiesa da ricche famiglie, in principal modo le donazioni della contessa Azzica vissuta attorno il 1040, e quelle della nobildonna Elisa consorte di Sigilfredo nobile parentino, vissuta verso il 1120. Si fu così che i vescovi di Parenzo, — o se si vuole la chiesa episcopale parentina — s’acquistarono in progresso di tempo la signoria territoriale e la completa giurisdizione laica su tutto il territorio che dal Quieto si estendeva al Lerae — a Laynie usque ad Lemum —, e misurava 10 miglia in lunghezza ed 8 in larghezza. Lo chiamavano „Territorio di S. Mauro“, dal santo patrono, oppure anche „Territorio della contessa Elisa“ in memoria delle due generose benefattrici. Si aggiunsero più tardi le decime di Rovigno, di due Castelli e Valle, il Castel Parentino, ed altri territori nella Polesana dovuti alla generosità dei patriarchi d’Aqui-leia Questo potente principe ecclesiastico, ricco di tanti feudi situati tutto all’intorno della città di Parenzo, godente per se, per la sua chiesa e per tutti i suoi dipendeitti pieno diritto d’immunità dirimpetto ai conti ed ai marchesi provinciali, e d’altro canto investito su tutti quelli della piena giurisdizione laica, esercitò questa giurisdizione, oltre che sul circostante territorio, anche sulla stessa città di Parenzo, come lo sosteneva il suo vescovo Bonifacio nel 1286? — Parentinos episcopos esse dominos naturales Parentinae ci-vitatis ? IV. La divisione, anzi il contrasto fra la città ed il territorio, ed inoltre il sorgere ed il consolidarsi di baronie laiche dovettero influire sfavorevolmente sui rapporti commerciali fra le singole regioni dell’Istria. S’aggiunse durante il secolo seguente la completa rovina dei commercio colla Dalmazia e colle coste italiche a cagione delle continue piraterie degli Slavi Narentani e Croati ; alle quali, quasi queste non ba-