— 210 — zione de’ boni del reo, di questi una parte, in base al principio barbarico, affluisce ai propinqui dell’ ucciso, e l’omicida stesso, che ha violato la pubblica pace, è dichiarato nemico del paese, fin che non trovi perdono da’ parenti del morto : chiaro ricordo del concetto, onde s’informa la faida delle leggi barbariche. Con la parola delle quali è ricordata anche l’esclusione di dolo nell’omicidio, commesso se defendendo 1), nel qual caso colui che accampa la difesa deve provarla per pugnata et per campionati, la caratteristica prova formale del giudizio di Dio. Ma non giova ora soffermarci su codeste reliquie, delle quali all’ epoca statutaria non rimase, nè poteva rimanere, traccia di sorta. Meglio c’ interessano le carte che ci tramandarono memoria delle lotte del popolo parentino contro i vescovi per la conquista dell’ autonomia, e per la liberazione dal dominio feudale. Questa lotta, iniziatasi assai per tempo, giunge al suo culmine verso la metà del secolo XIII, ed ha per conseguenza la completa vittoria del comune sui vescovi. Infatti, nel 1114 troviamo intestati nei documenti il vescovo e due giudici ; nel 1158 la città è retta dal gastaldione ; nel 1191 si ricordano di nuovo il vescovo cum advocatore et vicedomino Odorico ; mentre nel 1194 il commnnis di Parenzo apparisce per la prima volta governato, oltre che dal gastaldo, da tre rectores civitatis Pareniinae, i quali validamente sostengono i diritti della comunità contro le pretese vescovili. Pochi anni più tardi, nel 1205, quattro consoli parentini giurano de consensu populi fedeltà alla signoria di Venezia ; e con la costituzione consolare la città ha assunto le forme del primo governo comunale. Del podestà, perno del secondo governo dei comuni italiani, è cenno per la prima volta in una carta del-1' anno 1252, e col podestà troviamo il consilium et comune Parentii 2). *) lAiitpr., 20. 2) C'od. dipi., I, agli anni indicati ; e Benussi, Nel medio evo, p. 680 e ss. Veramente, il Vergottin, op. cit., p. 22, ricorda un’iscrizione dalla quale emerge che ancora nel 1250 Parenzo avea un podestà : Domimi.v IVarnerius de Gila;/o potestas Parentii in suo regimine duorum annorum. Dal nome il podestà apparisce straniero, come erano quasi dovunque i podestà, durante il secondo governo comunale.